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Marino fa piangere i comici: gli attori di sinistra lo mollano

Da Verdone a Montesano, da Brignano a Proietti: il mondo dello spettacolo si ribella al Campidoglio

Marino fa piangere i comici: gli attori di sinistra lo mollano

Miracolo a Roma: piangono i comici intruppati a sinistra. È un po' come tramutare l'acqua in vino, avvilire creature dem preposte a frizzi e lazzi, spingendole a intristirsi per il tanto, il troppo che nella Capitale non va. È opera del sindaco Ignazio Marino se persino Dado, il piccolo e puffoso autore dello sketch satirico sul funerale del boss Vittorio Casamonica, adesso ha una lacrima sul viso. Via Facebook , infatti, gli sono arrivate minacce di morte da parte del clan zingaro e in questura si sono riuniti per decidere se assegnargli o no la scorta. «Sono andato dai carabinieri a sporgere denuncia. M'hanno detto: «Che fretta c'è, ha 90 giorni di tempo, ripassi». A Roma ormai siamo assuefatti al malaffare. Intanto, ho denunciato. Ma se 'sta città fosse uno di quei piccoli paesi dove giro io con i miei spettacoli, il sindaco l'andrebbero a cercà a casa, di notte, col forcone», dice Gabriele Pellegrini, in arte Dado. Per alleggerire il clima di piombo, intanto, per domani s'è inventato lo spettacolo Ripijamose Roma insieme alla créme della comicità capitolina, al lumicino d'un buonumore scarso assai. «Un'altra parodia. Del “Libanese”, che in Romanzo criminale spara: “ Pijamose Roma ”. Alla banda della Magliana e a Buzzi io rispondo con la satira. Anche se Marino, invitato a partecipare, non m'ha risposto. Già, lui si sente un “chirurgo”, osannato in ospedale e a suo agio soltanto tra i dottori», commenta l'ex-comico di Zelig , che viene da una famiglia di militari dell'aereonautica. «Mia madre è rimasta affascinata dal funerale dei Casamonica: anche lei vorrebbe l'elicottero con i petali di rosa... Marino vuole sembrare un candido, ma è uno che pensa solo a se stesso, alla sua carica», conclude amaro. Non a caso, l'attore a ottobre sarà protagonista della festa nazionale M5S, a Imola.

E se le persone che scherzano di più sono quelle che hanno pene nel cuore, nell'afa quirite riecheggia quel Roma, so' dolori di Gigi Proietti, l'anima più ridanciana della Città Eterna. «Dal dopoguerra ad oggi, credo sia la prima volta che Roma si trova in simili condizioni. Se fino a qualche tempo fa ricevevo telefonate a raffica sul problema dell'immondizia, sulle buche nelle strade, sui disagi delle periferie, adesso il bombardamento è su questa nostra città pregiubilare e “tutelata”», lamenta Gigi. Raddoppiando la dose di malinconia: «Se butto gli occhi su un antico muro e ci leggo SPQR, mi viene in mente la dignità dei romani di una volta. Compresi mia madre e mio padre. E so' dolori». E se lo dice lui, che farà parte della giuria di Tale e quale show , ci si deve credere.

Dice il vero anche Enrico Montesano, un passato da consigliere Pd duro&puro, quando dalle pagine di questo giornale recentemente ha sottolineato che «ormai il sindaco è nudo», precisando: «Non dovrebbe andare via soltanto Ignazio Marino. Dovrebbero andare via anche le mille persone che formano il suo codazzo. Qui nessuno controlla il controllore. La dico come la direbbe 'er Pomata : ce vò 'na cura da cavallo!». Più diplomatico, il romano doc Carlo Verdone, malinconico di suo, non cita esplicitamente Marino, tuttavia ammette: «Se non l'amassi così tanto, me ne sarei già andato. Roma non è mai stata così degradata». Non è meno inviperito per il degrado Enrico Brignano: «Non c'è più una cosa di cui Roma si può vantare». E Maurizio Battista ride amaro: «Roma fa schifo e tutti si chiedono se Marino deve dimettersi. Dimettersi? Non doveva proprio cominciare».

Ormai anche i comici si sono stufati di fare buon viso a cattivo gioco.

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