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Marino: "No a una Roma militarizzata come voleva Alemanno"

Marino attacca il questore, ma in passato Pisapia e De Luca hanno voluto l'intervento dell'esercito

Marino: "No a una Roma militarizzata come voleva Alemanno"

“L’idea di una città con la sicurezza affidata all’esercito è il modello del mio predecessore Gianni Alemanno. Mi inquieterebbe e mi troverebbe in forte disaccordo nonostante il massimo rispetto per i militari”. Il sindaco Ignazio Marino, intervistato dal Fatto quotidiano, pur rimarcando la carenza di agenti in città, si smarca subito dall’idea di una Roma militarizzata. Peccato solo che, in passato, altri sindaci di sinistra come Vincenzo De Luca ma anche il vendoliano Giuseppe Pisapia abbiano chiesto a gran voce l'intervento dell'esercito.

Era il 2013 quando l'attuale sindaco di Milano, a seguito dell'uccisione a picconate di tre persone d parte di un extracomunitario, disse: "Ho sempre detto che non siamo assolutamente contrari all'esercito nei presidi fissi, anzi abbiamo chiesto ufficialmente che ci sia, perché è utile alla città e consente a carabinieri, poliziotti e vigili di pattugliare meglio il territorio". Ma niente, per Marino il responsabile di quanto è successo a Piazza di Spagna è il questore: “Il cuore della Capitale è stato messo a ferro e fuoco da barbari violenti, hanno colpito la Barraccia senza la protezione di nessuno. Gli agenti c’erano ma gli ordini erano sbagliati”. Sul mancato sostegno di Renzi, Marino dice: “mi è bastato che si esprimesse in maniera abbastanza severa su quanto accaduto”.

Il sindaco “marziano”, poi, si lancia in una spiegazione densa di particolari sulla proposta di creare una zona ad hoc per la prostituzione che “nasce – dice Marino - dal confronto con una nonna che torna dal parco con la nipote, dopo che piccola si è presentata con in mano un preservativo pieno di sperma”. Sullo scandalo “affittopoli” rivendica la paternità dello scandalo: “Abbiamo scoperto noi il vaso di Pandora, la mia amministrazione ha denunciato la caso con vista Colosseo a 80 euro al mese”. Arriva, poi, inevitabile l’attacco al suo principale oppositore, Alfio Marchini “erede di una dinastia di costruttori” che “se sapeva qualcosa, non denunciava perché stava in Argentina sui campi di polo”, mentre lui faceva il chirurgo negli Stati Uniti. Non manca nemmeno un attacco il leader della Lega che sabato prossimo manifesterà a Roma: “Salvini – dice Marino - è tra i principali oppositori alla mia richiesta di maggiori fondi per far fronte agli oltre 1400 eventi nazionali. Per il 2014 mi hanno dato 110 milioni” mentre Parigi ne riceve 800 l’anno e Londra arriva a 2 miliardi.

Sul futuro politico di Maurizio Landini dice: “Rappresenta una sinistra radicale che mi piacerebbe vedere attratta nel grande contenitore del Pd”.

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