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Marino resiste al pressing del Pd: "La giunta lavora e guarda avanti"

Monta il fastidio nel Pd. Orfini:"Renzi non vuole più vederlo". E i dem pensano di uscire dall'Aula quando si voterà la sfiducia

Marino resiste al pressing del Pd: "La giunta lavora e guarda avanti"

Ignazio Marino non molla. Anzi, stando a voci vicine al suo staff, starebbe seriamente pensando di ritirare le dimissioni da sindaco di Roma prima che queste divengano definitive. "La nostra è una Giunta che lavora, una Giunta che guarda avanti", ha detto oggi presenziando alla chiusura dei lavori per la creazione del collegamento viario Fidene-Villa Spada. Una dichiarazione sibillina che avvalora le voci che nelle ultime ore si inseguono tra i corridoi del Campidoglio.

Al Campidoglio si naviga a vista. Quel che è certo è che le dimissioni sono carta straccia. Più passano le ore, più nella testa di Marino si fa strada l'idea di buttarle nel cestino. "Si ragiona ad horas - dicono nella cerchia ristretta – ma nulla è deciso. Potrebbe ritirare le dimissioni già stasera e non aspettare domenica. O forse domani. Tanto a questo punto non cambia…". Sa bene che ad andare a contare i numeri in Aula Giulio Cesare rischia di farsi davvero male. I diciannove consiglieri piddì, sobillati da Matteo Orfini, lo hanno scaricato una volta per tutte. Eppure a tirarsi indietro, dopo la pagliacciata di domenica scorsa con un centinaio di supporter, rischia di cadere in una figuraccia senza precedenti. "Matteo (Renzi, ndr) non vuole neanche vederlo - confida l'ex assessore Stefano Esposito a Ernesto Carbone - se lo riceve, lo fa il minuto dopo le dimissioni".

"Io - avrebbe confidato Marino ai propri collaboratori - resto convinto che la soluzione principe sia quella di un chiarimento politico con la mia maggioranza e soprattutto con il mio partito, con il mio segretario. Ma allo stato delle cose mi pare proprio che l'unica strada che mi rimane sia quella di ritirare le dimissioni". Il disegno sarebbe di tornare sindaco con i pieni poteri ed evitare le elezioni anticipate. Il Pd, però, non è con lui. E questop è un dato di fatto. "Io sono per non votare nessun atto insieme alle destre", avverte il capogruppo del Pd in Campidoglio, Fabrizio Panecaldo. Secondo l'Huffington Post, i dem potrebbero uscire dall'Aula al momento del voto.

"Di certo – spiegano al Nazareno – non gli facciamo il favore di votare assieme ai partiti che sostenevano Alemanno in modo da fargli urlare che è vittima di Mafia Capitale".

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