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Marino vuole le adozioni gay ma il Pd romano lo frena

Fuga in avanti del Campidoglio dopo il registro delle unioni civili. Ma i dem capitolini dicono basta: "Sui diritti abbiamo già dato, ora si occupi della città"

Marino vuole le adozioni gay ma il Pd romano lo frena

Sulle adozioni gay niente fughe in avanti, per favore. Sembra questo il monito lanciato dal Pd romano alla giunta Marino che, sull'onda dell'entusiasmo per l'approvazione del registro delle unioni civili, vagheggia desideri di aperture verso l'adozione dei bambini da parte delle coppie omosex.

Come riporta il quotidiano capitolino Il Tempo, a far insorgere i quadri piddì della Capitale sarebbero state le dichiarazioni dell'assessore alle Pari Opportunità, Alessandra Cattoi: "Il prossimo obiettivo è il riconoscimento, con la trascrizione all’anagrafe, dei figli delle coppie omosessuali che si sono sposate all’estero", battaglia l'esponente dell'esecutivo di Ignazio Marino. Che, nel frattempo, va a farsi fotografare alla festa per i 25 anni di Muccassassina, storica serata a tema Lgbt.

Una vera e propria scelta di campo, che non va giù a tanta parte del Pd - non solo romano. Proprio un esponente dem della Capitale, ricostruisce Il Tempo, avrebbe raccontato lo sconcerto del partito di fronte alla sterzata del sindaco in tema di diritti civili (anche se Marino, va detto, parla di unioni civili e matrimoni omosessuali da molti anni): "L’Assemblea capitolina, con registro delle unioni civili ha dato un segnale politico, il massimo concesso agli Enti Locali - spiega il capogruppo Pd in Campidoglio Fabrizio Panecaldo - adesso credo sia opportuno che l’azione amministrativa si concentri sulle priorità della città."

Dichiarazioni che, sia pure con toni più morbidi, trovano eco anche nelle posizioni del centrodestra romano.

Che, da FDI a NCD, si schiera compatto contro le esternazioni di sindaco e assessore: l'accusa, condivisa a questo punto da maggioranza e opposizione, è quella di trascurare i problemi della città per dedicarsi a dichiarazioni programmatiche che per molti hanno il sapore di una campagna elettorale anticipata a metà mandato.

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