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Da Maroni a Toti blocco anti immigrati dei governatori: "Basta con la politica delle porte aperte"

Non solo la Lombardia, che minaccia di tagliare i contributi ai sindaci a favore dell'accoglienza ai clandestini. Ora la Liguria: «Il problema va risolto a monte»

Da Maroni a Toti blocco anti immigrati dei governatori: "Basta con la politica delle porte aperte"

Milano - Di fronte ai numeri dell'immigrazione africana ormai diventati da esodo biblico, i governatori del Nord si coalizzano. E forti della vittoria del centrodestra con Giovanni Toti in Liguria, già pensano a un asse da Ventimiglia a Venezia. Di ieri l'attacco violento al governo Renzi e al ministro dell'Interno Angelino Alfano del governatore lombardo Roberto Maroni che da un luogo simbolico come la Scala al premio «Milano produttiva», ha anticipato l'invio di una lettera ai prefetti «per diffidarli dal portare in Lombardia nuovi clandestini». Non solo. «Ho deciso di scrivere ai sindaci per dirgli di rifiutarsi di prenderli e a quelli che dovessero accoglierli, ridurremo i trasferimenti regionali». Poi l'appello. «Nei prossimi giorni voglio incontrare Toti e Zaia per far fronte comune».

Durissima la reazione della sinistra che con la governatrice del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani (Pd) parla di «una logica perversa, che non dà nessuna soluzione al problema dei profughi e vorrebbe rovesciare addosso alle altre regioni tutto il peso dell'emergenza». Caustico Alfano: «Vorrei tranquillizzare il mio predecessore Roberto Maroni: farò ciò che fece lui al mio posto e chiederò ai sindaci ciò che ha chiesto lui il 30 marzo del 2011 in piena emergenza immigrazione». Dimenticando o fingendo di dimenticare che allora ben altri erano i numeri. Perché nelle ultime ore tra Palermo e Trapani sono sbarcati in oltre 1.400 e solo sabato la guardia costiera ha raggiunto quindici imbarcazioni. E il quotidiano inglese Guardian , citando come fonte il comandante della Hms Bulwark, la grande nave d'assalto anfibio della Royal Navy impegnata nella missione di salvataggio nel Mediterraneo, scrive che in Libia ci sarebbero «tra 450mila e 500mila migranti» che attendono il momento di imbarcarsi per raggiungere le coste europee. E dunque l'Italia.

Per questo è il neo governatore ligure Toti ad annunciare la linea dura. «Non accoglieremo altri migranti come faranno Lombardia, Veneto e Val d'Aosta. L'intervento di Maroni è legittimo». Quello dei migranti «è un problema che dovrebbe essere risolto a monte e invece viene scaricato a valle». Per la vice capogruppo Fi alla Camera Mariastella Gelmini «non è questione di essere cattivi, la Lombardia e il Nord nell'accoglienza hanno già fatto la loro parte anche oltre il dovuto. Maroni, Toti e anche Zaia stanno alzando un argine contro la follia, non è pensabile continuare ad accogliere senza sosta immigrati clandestini». Ed era stato proprio il governatore Luca Zaia a dire ieri al Corriere della Sera che «il Veneto è una bomba che sta per scoppiare, non c'è posto per altri arrivi». Perché «abbiamo 514mila immigrati regolari, pari a quasi l'undici per cento della popolazione. Di questi, 42mila non hanno un lavoro. Insieme a Emilia Romagna e Lombardia siamo i più accoglienti. Basta». Ricordando che alla conferenza delle Regioni «eravamo uno contro tutti. Obtorto collo abbiamo fatto un patto tra gentiluomini, ma vedo che il governo e Alfano continuano nella loro azione violenta nei nostri confronti. Solo gli ipocriti possono pensare che tendopoli improvvisate o caserme dismesse da trent'anni e inabitabili per ogni essere umano, possano essere una soluzione». Per l'assessore all'Economia di Regione Lombardia Massimo Garavaglia «la considerazione di Maroni è ovvia e logica: se un Comune, nonostante tutti i tagli, accetta l'arrivo di altri immigrati sul suo territorio mettendo a disposizione risorse, vuol dire che a quel Comune avanzano fondi.

Quindi è giusto darli a chi è in maggiore difficoltà».

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