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Marra sarà processato Il Comune non si schiera

In un altro giudizio il Campidoglio è parte civile. Stavolta no: è coinvolta anche la Raggi

Marra sarà processato Il Comune non si schiera

Dopo la mossa a sorpresa di Virginia Raggi, che ha chiesto il giudizio immediato evitando un processo per falso in piena campagna elettorale dei pentastellati, l'udienza preliminare per decidere le sorti del suo ex braccio destro, Renato Marra, accusato di abuso d'ufficio per lo stesso fatto, cioè la nomina del fratello Raffaele a capo del dipartimento Turismo, è filata via in un paio d'ore, in un Tribunale semideserto e senza il temuto clamore. L'esito era scontato: rinvio a giudizio per l'ex fedelissimo della sindaca di Roma, all'epoca capo del personale del Campidoglio. Ma non il fatto che il Comune di Roma alla fine decidesse, come invece sarebbe stato doveroso per un'istituzione pubblica, di non costituirsi parte civile.

Davanti al gup Raffaella De Pasquale ieri non c'era nessun avvocato in rappresentanza del Comune. Questo mentre due aule più in là, in un altro processo in cui lo stesso Marra è imputato per corruzione assieme all'imprenditore Sergio Scarpellini per la compravendita di un appartamento, in cui però la Raggi non è coinvolta, il Campidoglio si è costituito eccome parte civile. Strategie grilline, evidentemente, come la decisione della sindaca di smarcarsi dal suo ex fedelissimo per arrivare al processo dopo le elezioni e non danneggiare il Movimento. Rimane comunque il peso politico di questo rinvio a giudizio di un collaboratore strettissimo della sindaca, uno del suo «raggio magico», per i medesimi fatti che la vedono imputata per falso. Perché se secondo la Procura l'ex capo del personale avrebbe gestito la promozione del fratello, con relativo aumento di 20mila euro dello stipendio, abusando del suo ufficio, gli stessi magistrati ritengono che la prima cittadina abbia mentito all'Anticorruzione sostenendo di aver deciso da sola ogni dettaglio della nomina, poi autorizzata con un'ordinanza in cui si specificava il passaggio di fascia contrattuale, limitandosi a «compiti di mero carattere compilativo», mentre nelle conversazioni in chat con Marra, ora agli atti dell'inchiesta, rimproverava al suo stretto collaboratore di averla messa in imbarazzo scegliendo il fratello Renato senza consultarla.

Se l'impostazione accusatoria reggerà lo sapremo soltanto dopo il voto, visto che chiedendo strategicamente di saltare l'udienza preliminare di ieri per andare direttamente a giudizio la Raggi ha ottenuto di essere processata il 21 giugno evitando oggi i titoloni dei giornali. Per il momento il giudice ha ritenuto che ci fossero i presupposti per un processo, nonostante in udienza Marra abbia cercato di convincerlo che la promozione del fratello da vicecomandante della municipale a capo del Turismo del Campidoglio non avrebbe rappresentato «un ingiusto vantaggio patrimoniale» né «un danno ingiusto», visto che in realtà avrebbe avuto le carte in regola per ambire ad incarichi più prestigiosi.

Anche ora che le sorti processuali dei due ex amici si sono divise, l'esito dei dibattimenti rimane legato: l'eventuale condanna di uno dei due imputati, infatti, segnerebbe probabilmente il destino dell'altro. La prima udienza per Marra è fissata il 20 aprile davanti al Tribunale monocratico, due mesi prima dell'avvio del processo alla sindaca. L'ex capo del personale è uscito dall'aula scuro in volto, senza rilasciare dichiarazione ai giornalisti: «Con voi non parlo».

Stupore della Procura per la mancata costituzione di parte civile del Campidoglio.

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