Politica

Massacrato dal branco per un parcheggio adesso rischia la vista

Aggredito alla macchinette delle sigarette davanti alla fidanzata. Quattro arrestati

Paola Fucilieri

Milano Quattro contro uno. Certo non ci voleva un «maestro» per ideare una simile strategia: la sproporzione di forze, unita a una rabbia impressionante e la relativa scarica di adrenalina che ne scaturisce, da sole avrebbero abbattuto più di un essere umano. Eppure è stato lui, il 44enne «maestro» Raimondo Santu - in realtà un pregiudicato sprezzante con le forze dell'ordine, con precedenti per spaccio e furti (ha trascorso già 12 anni in carcere, ndr) appassionato di boxe, già arrestato per aver picchiato un tizio che aveva osato «guardarlo male» - a ingranare la marcia dell'odio sui suoi tre giovani amici 20enni conclusasi con il pestaggio dello studente. Che guardavano all'uomo proprio come a un essere superiore e non hanno esitato a raggiungerlo e a obbedirgli. Così la sera del 20 marzo scorso, una domenica, insieme a lui e dietro sua istigazione, hanno picchiato selvaggiamente un studente lavoratore di Milano di 23 anni per un parcheggio conteso davanti a un distributore automatico di sigarette nel pieno centro della città. Dopo quella batosta il poverino ora rischia danni permanenti alla vista, ma il «maestro» e i suoi «allievi» sono finiti in carcere con l'accusa di lesioni gravissime grazie all'inchiesta portata a termine in questi giorni dal commissariato Garibaldi-Venezia. Un'indagine durata cinque mesi, ma che con gli arresti di Santu e i domiciliari per i suoi complici ventenni ha almeno ristabilito gli equilibri, se così si può dire.

Tutto avviene intorno alle 4 del mattino in piazzetta Guido Vergani, attaccata a largo La Foppa, tra Brera e corso Como. Il 23enne è sulla sua macchina insieme alla fidanzata che gli siede accanto; a bordo di un'altra vettura c'è Santu. L'uomo, urlando e sbracciandosi dal finestrino, fa capire al ragazzo che la sua manovra lo ha irritato. I due iniziano a discutere, ma in una manciata di secondi la vicenda degenera e Santu, probabilmente sentendosi troppo vecchio per dare da solo una lezione al giovane, chiama i rinforzi al telefono. I suoi tre amici hanno la forza dei loro vent'anni e in quel momento sono a spasso con due ragazze. Non ci pensano due volte a correre a dare manforte al loro «maestro».

Le immagini registrate dalle telecamere sono impressionanti: sotto gli occhi della fidanzata e di due operatori Amsa (l'azienda milanese della nettezza urbana) che cercheranno poi anche d'interrompere il pestaggio, i quattro inchiodano il 23enne con le spalle alla saracinesca della macchinetta delle sigarette e lo colpiscono con una raffica di calci, pugni e ginocchiate sferrati con violenza e rapidità inaudite. La polizia ha diffuso un video (lo trovate sul sito www.ilgiornale.it, ndr) di un minuto che fa accapponare la pelle: anche quando il giovane si accascia a terra gli altri 4 non hanno pietà e continuano indefessi a picchiarlo. Secondo gli investigatori del commissariato Garibaldi-Venezia sono stati proprio gli operatori Amsa a evitare il peggio. Non solo hanno fermato il pestaggio, ma hanno collaborato con la polizia nonostante la paura di ritorsioni dai picchiatori che, quella notte, li avevano minacciati.

Mentre la ragazza del 23enne è ancora sotto choc, le condizioni dell'universitario sono migliorate, ma dimenticare è tutta un'altra cosa.

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