Politica

Massacrato per una rapina I banditi sono due migranti

La vittima è un commissario di polizia. Arrestato uno dei ladri: è un ghanese con protezione umanitaria

Tiziana Paolocci

Aveva un permesso di soggiorno per motivi umanitari, ma di umano ha ben poco. Mohamed Djibril è il nome della belva che l'altra notte si è introdotta, con un complice, in casa del commissario di polizia, Nuccio Ghirozzo, in pieno centro storico a Catania, e quando si è visto scoperto lo ha affrontato massacrandogli il volto con una lametta.

Ottanta punti di sutura sono il regalo con cui il diciottenne ghanese ha ringraziato il nostro Paese per averlo accolto. Lo straniero aveva ottenuto proprio dalla questura siciliana, su segnalazione della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale di Catania, il nullaosta che lo autorizzava a stare da noi, per motivi legati alla minore età e per la presenza di una grave patologia genetica. Eppure l'altra notte doveva stare benissimo quando alle 3.30 attraverso una porta-finestra lasciata aperta è entrato in casa del poliziotto, che stava dormendo con la moglie e la figlia.

Ghirozzo, svegliato dai rumori, si è accorto subito di quanto stava accadendo e ha reagito. Ma il diciottenne lo ha affrontato con una lametta, procurandogli una moltitudine di ferite al viso e sulle mani. Poi i due africani hanno raggiunto il balcone dal quale erano entrati e si sono lanciati di sotto. Il commissario è sceso in strada e ha trovato Djibril a terra, mentre il complice era fuggito facendo perdere le tracce. Portato nell'ospedale Garibaldi, il ladro è stato ricoverato in prognosi riservata, mentre Garozzo è stato accompagnato al Vittorio Emanuele, dove i medici gli hanno applicato 80 punti di sutura.

L'arresto ha messo in luce il vergognoso curriculum vitae del ghanese. Nel 2017, quando era già stato accolto in Italia, il giovane era stato denunciato per minacce, violenza, percosse e lesioni personali ai danni di dipendenti della comunità per minori che lo ha ospitato, nonché per detenzione di sostanze stupefacenti.

L'ultima denuncia risale invece allo scorso 11 luglio, per furto ai danni sempre della comunità presso la quale risiedeva. Ieri gli è stata revocata finalmente la protezione umanitaria.

E la sanguinosa aggressione è diventata un caso politico. Solidarietà è stata espressa dal sindaco catanese, Salvo Pogliese e dai sindacati di polizia, che invocano la «certezza della pena». Durissima anche la reazione del ministro dell'Interno. «Siamo alla follia - tuona Matteo Salvini -. Tutta la mia solidarietà al commissario, che dovrà convivere con 80 punti di sutura. Per questo presunto profugo, invece, nessuno sconto, espulsione immediata. Con il #DecretoSicurezza qualsiasi richiedente asilo che commette un reato in Italia verrà cacciato dal nostro Paese, senza eccezioni. Chi ci porta la guerra in casa non è il benvenuto». «Se il poliziotto si fosse anche difeso - conclude il ministro - ora sarebbe indagato.

Serve una legge giusta sulla legittima difesa, che tuteli gli aggrediti e non gli aggressori».

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