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"Matteo ha fatto bene Sull'Autonomia la Lega presa in giro dai grillini"

Il governatore lombardo boccia M5s. E sul voto: «Troppa incertezza può fare danni»

"Matteo ha fatto bene Sull'Autonomia la Lega presa in giro dai grillini"

Milano Attilio Fontana, governatore della Lombardia, soddisfatto per la svolta maturata con la crisi fra la Lega, suo partito, e i 5 Stelle?

«Credo che si fosse giunti a un punto in cui la situazione era oggettivamente insostenibile. Soprattutto dopo le Europee, era molto difficile. Era uno sforzo immane quello che stava facendo il mio segretario, ha fatto di tutto ma non si poteva fare diversamente. Mi fa ridere chi ci attacca per aver fatto cadere il governo dopo che per mesi ha chiesto che cadesse, e mi fanno ancor più ridere i 5 Stelle. Dovrebbero fare meno i furbi e assumersi le loro grandi responsabilità».

Lei ha alzato molto i toni, anche col premier Giuseppe Conte sul tema dell'autonomia. Questo ha pesato?

«Non so, credo sia stata una sommatoria di questioni, l'autonomia è una. Io posso accettare che qualcuno dica non mi piace, è un errore ma lo accetto. Non accetto che mi si prenda per il naso, il tono si è alzato quando qualcuno ha cercato di farlo e questo non lo consento o scelgo io a chi, e nell'elenco non c'è nessuno di coloro che pensava di farlo».

Ora però la situazione è molto delicata per l'economia. Lei è preoccupato?

«I problemi dell'economia prescindono dalla crisi, c'erano anche prima e dipendevano anche dai troppi no. Ora dobbiamo andare al voto per evitare che l'incertezza possa fare danni. È necessario un governo forte, che abbia il coraggio di prendere decisioni, fare grandi riforme, portare avanti quel modo di fare che è tipico di quella coalizione e di quella forza che ha vinto le elezioni. Abbiamo sempre visto forze che condizionano le scelte, e abbiamo bisogno di andare decisi in una direzione, il Paese rischia di morire di inedia».

Il tentativo in corso di fare un governo di garanzia...

«Macché garanzia, sono termini nobili per cose infami. Sono interessi partitici, da Prima repubblica, orticelli, centri di potere, scelte di piccolissimo cabotaggio per evitare il voto: chi non vuole andare a casa, chi non vuole che un pezzo di Pd venga spazzato via, chi vuol fare un partito di centro di cui si parla dalla morte della Dc. Tutto ammantato con parole nobili, ma sono squallidi interessi di bottega. Per carità si vive anche di quelli, ma l'unico che abbia in mente l'interesse del Paese è Salvini».

Allora monocolore Lega?

«Se si è d'accordo non è necessario che sia monocolore. Io vorrei evitare il Fini di turno che sul concetto di interesse nazionale blocca per un anno e mezzo la riforma. Se si deve essere in coalizione è necessario che le cose siano predisposte in modo tale da evitare ripensamenti, tentativi di difese per questo o quell'interesse, piccole cose di bottega».

Insomma dice: patti chiari.

«Io ho detto che vado benissimo con la mia coalizione e lo dico a maggior ragione ora, ma non compete a me la scelta. Se dovessi decidere io direi che dev'essere una scelta che non lascia ombra a interpretazioni, cambiamenti e ripensamenti. Ne ho viste troppe. O si cambia o si rischia grosso».

A parte la questione Forza Italia, Fdi è l'erede di una tradizione che sull'autonomia potrebbe avere una visione centralista o diversa.

«A parte tutti, dico in generale che fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Nell'errore può cadere chiunque e dire: la intendevo in altro modo. I centralisti, anzi i nazionalisti intelligenti, hanno capito che l'autonomia è nell'interesse del Paese. Con gli stupidi è un altro discorso».

L'Europa è un valore?

«Sicuramente lo è. Dovrebbe comportarsi in modo diverso con noi e con altri. Essere meno a trazione tedesca.

Se funzionasse così, allora potrebbe far diventare ogni Paese qualcosa di davvero eccellente».

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