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Di Matteo parla troppo: via dal pool

Il procuratore de Raho gli revoca l'incarico: rivelazioni in tv su indagini

Di Matteo parla troppo: via dal pool

Parlare troppo coi giornalisti è la sua bestia nera. E le interviste sulla trattativa Stato-mafia sono il tallone d'Achille del pm Nino Di Matteo. A giugno del 2012, quando era a Palermo, nel pieno della bufera per le telefonate intercettate dell'allora capo dello Stato Giorgio Napolitano, parlando con Repubblica si lasciò scappare una smentita che suonava come una conferma («Negli atti depositati non c'è traccia di conversazioni del capo dello Stato e questo significa che non sono minimamente rilevanti») che gli costò l'avvio di un procedimento disciplinare, poi finito nel nulla. E ora un'altra intervista sulla trattativa, ad Andrea Purgatori per «Atlante», su La7, gli è costata il posto nel neonato pool stragi della Direzione nazionale antimafia. Il procuratore nazionale, Federico Cafiero de Raho, non ha gradito il suo disquisire in tv di mandanti esterni e scenari vari che sono tuttora al vaglio di varie procure. Di qui la rimozione del pm dal pool, con effetto immediato. E anche una segnalazione al Csm.

A rivelare l'ennesimo scivolone dell'ormai ex pm della trattativa è stata Repubblica. Che racconta che Cafiero de Raho avrebbe contestato a Di Matteo la violazione del «rapporto di fiducia all'interno del gruppo e con le direzioni distrettuali antimafia» tuttora impegnate in indagini sulle stragi del '92 e del '93. Insomma, di avere rivelato filoni d'indagine tuttora in corso. Ma cosa ha detto Di Matteo? La puntata di «Atlante» è quella del 18 maggio, alla vigilia del ventisettesimo anniversario della strage di Capaci in cui Falcone fu ucciso. È proprio parlando della strage di Capaci che Di Matteo, nei 42 minuti di intervista, definisce «altamente probabile che insieme agli uomini di cosa nostra abbiamo partecipato alla strage anche altri uomini estranei a Cosa nostra». E quindi ricorda alcuni elementi, non inediti: un biglietto scritto da un agente dei servizi segreti sul luogo della strage; un guanto che presenta tracce di dna femminile; la scomparsa dal computer del diario di Falcone: il possibile coinvolgimento di Gladio. Temi oggetto di incontri del pool stragi (composto, oltre che da Di Matteo, dai pm Francesco Del Bene e Franca Imbergamo) con le procure di Palermo, Caltanissetta, Firenze e Reggio Calabria. In attesa delle decisioni del Csm, Di Matteo è fuori dal pool.

Tornerà ad occuparsi delle inchieste antimafia della procura di Catania.

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