Politica

Matteo vuol farsi scagionare pure da Padoan Ma il rapporto tra i due è ai minimi termini

Il ministro sarà presto ascoltato in commissione con Visco e Vegas

Matteo vuol farsi scagionare pure da Padoan Ma il rapporto tra i due è ai minimi termini

Roma Non sarà proprio il finale di legislatura che s'era immaginato, quello del ministro Pier Carlo Padoan. Nella sua personale exit-strategy dalle logiche politiche che gli si sono strette alla gola come pitoni, il ministro dell'Economia non ha smesso di sperare in un buen retiro di prestigio a livello europeo e/o internazionale. Ha caratura e personalità per potervi ambire, com'è emerso anche dalla recente e dolente candidatura-bruciatura all'Eurogruppo, visto che il suo mandato va ad esaurirsi e che del prossimo governo italiano non v'è certezza alcuna.

Di fronte all'intrico di pulsioni che hanno avviluppato Padoan, con un crescendo di stima all'estero e un calando in Italia, il ministro che da un anno a questa parte fatica a sfuggire alle fake news economiche ordite da Renzi (i loro rapporti sono ai minimi da tempo e i due neppure si parlano), si troverà quasi certamente a dover dire la parola fine sulle questioni bancarie. Quella su cui il segretario del Pd vorrebbe poggiare la propria rinascita, sovvertendo i rovinosi esiti dell'affare Etruria. Siccome anche ieri il presidente della Bicamerale bancaria, Casini, ha escluso come «irrealistica» l'ipotesi cara a Brunetta, cioè di una commissione che perduri, traslocando da una legislatura all'altra, così da far luce completa sugli intrecci bancari che hanno mandato in rovina tanti risparmiatori, alla commissione non resterà che far da grancassa alla propaganda renziana in campagna elettorale, cosa già vista ieri con la «surreale autoassoluzione di Renzi» (copyright Fratoianni). Ha voglia Casini a negarlo - «non lavoriamo per campagne elettorali», ha detto -: la realtà viene scandita dal calendario.

Tutto seguirà il copione stabilito: dopo le audizioni della prossima settimana, e dunque prima di Natale e dell'imminente chiusura dei giochi, verranno convocati tre dei protagonisti-chiave: il governatore Bankitalia Visco, il presidente Consob in scadenza Vegas e, appunto, il ministro Padoan. «Impossibile non sentirlo», confermava ieri il pisapiano Tabacci. Gli sforzi di Renzi sono tesi, però, anche a evitare le audizioni contrapposte di Ghizzoni (ex ad Unicredit, ora presidente di Rotschild Italia) e della ministro Boschi, che pure sarebbe enormemente interessante acquisire. Invece Visco e Vegas si troveranno davanti a un tribunale del popolo (pidino), mentre a Padoan toccherebbe in pratica la testimonianza-chiave per avvalorare le tesi del leader pd. Così scagionando lui e la sua bella ministra da sospetti diventati pressoché certezze.

Si può perciò comprendere quanta voglia abbia l'uscente, ex tecnico, Padoan di tirar fuori d'impaccio colui che, negli ultimi mesi, gli ha reso la vita un inferno (piccolo ma insopportabile).

Commenti