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Maxi frana in val Bregaglia Cento evacuati e otto dispersi

Diana Alfieri

Un gruppo di sei persone che risultavano disperse dopo la frana staccatasi mercoledì dal Pizzo Cengalo, in Val Bregaglia, nel territorio grigionese della Svizzera, è stato ritrovato ieri pomeriggio in Italia. All'appello mancano ancora otto escursionisti che, secondo le informazioni disponibili, si trovavano nella zona colpita dalla frana.

La notizia del ritrovamento è stata data dalla consigliera federale Doris Leuthard durante una conferenza stampa organizzata a Promontogno. Per quanto riguarda gli otto dispersi accertati nella zona, si tratta di alpinisti ed escursionisti, cittadini svizzeri, tedeschi e austriaci. Tra di loro non ci sono persone del posto. Sulla loro sorte la presidente della Confederazione si è mostrata poco ottimista: «È difficile che vengano ritrovati sani e salvi», ha dichiarato.

In un comunicato divulgato in serata, la polizia retica ha successivamente precisato che «nonostante gli sforzi sino a qui profusi dalle squadre di soccorso, dalle unità cinofile e dagli equipaggi degli elicotteri non è stato al momento possibile ritrovarli». Le ricerche sono avvenute sia sul terreno sia via aerea con l'impiego di 120 persone tra pompieri, polizia, militari, protezione civile e forze comunali. Sono stati utilizzati due elicotteri e cani da ricerca, oltre ad apparecchi per la localizzazione di telefoni cellulari e telecamere a infrarossi. La stima del materiale che si è staccato dal Pizzo Cengalo trasformandosi nella frana devastante si attesta a quattro milioni di metri cubi, ha chiarito ieri Martin Keiser dell'Ufficio foreste del cantone. Un altro milione di metri cubi di materiale è in movimento ma non si è ancora staccato dalla montagna. Il volume ha superato di tre volte quello dello smottamento del 2011 facendo registrare il più grande evento franoso degli ultimi decenni registrato nel territorio grigionese.

Una valle incantata, improvvisamente devastata da una frana gigantesca con, al momento, cento persone evacuate. Ma piccoli crolli erano stati registrati su quelle montagne già dalla fine di giugno. I geologi avevano consigliato di attivare le misure di sicurezza. Probabilmente nessuno si aspettava frane di queste dimensioni.

Si pensava potessero cadere al massimo 2 milioni di metri cubi, non certo quattro.

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