Cronache

La maxirissa tra le mamme per filmare la recita di Natale

Pugni e calci alle elementari. I bambini fuggono in lacrime. La preside: «Mi costituirò parte civile»

La maxirissa tra le mamme per filmare la recita di Natale

Se il Grinch avesse voluto organizzare la «sua» festa di Natale non avrebbe potuto escogitare nulla di meglio. Una recita con bambini vestiti da angioletti che piangono terrorizzati, sedioline rovesciate ovunque, la polizia che si sguinzaglia e interroga. No, decisamente il mostriciattolo verde protagonista di libri e film che ama rovinare il Natale altrui avrebbe di che essere invidioso delle gesta di due donne siciliane che non saranno mai personaggi letterari ma davvero lo meriterebbero.

Le due donne sono mamme di bambini che frequentano la scuola elementare Albani Roccella di Gela, in provincia di Agrigento. I piccini lunedì mattina erano impegnati nella recita natalizia, kermesse inesorabile nella vita di chiunque abbia tra i quattro e i dieci anni, che emoziona loro e stressa i genitori. Le due genitrici erano fortemente intenzionate a documentare quel momento fatidico con un video da girare con il telefonino. E per questo hanno iniziato a litigare per conquistare il posto che garantisse l'inquadratura migliore per un filmino destinato inevitabilmente a proiezioni domestiche strappasbadigli.

Capita in tutte le circostanze in cui i genitori diventano competitivi: gare sportive, saggi, recite appunto. Quello che dovrebbe essere un momento di letizia collettiva diventa un'esibizione personale di orgoglio genitoriale. Ma di solito le beghe vengono risolte con qualche frase stizzita, al massimo un insulto. Ma a Gela le due mamme sono belle motivate: ognuna ritiene di avere diritto alla postazione del cameraman perfetto. Qualche parola, poi uno spintone, poi urla e pugni e schiaffi. Intervengono i rispettivi mariti e la rissa si ingigantisce, ruba la scena ai timidi protagonisti, che spaventati da quell'esplosione di livida violenza natalizia smettono di recitare il loro esile copione, si guardano sgomenti, poi fuggono spaventati.

La recita è sospesa. La palestra diventa saloon, il bianco natale un Natale da cronaca nera. Volano schiaffi, telefoni, un video amatoriale riprende una bambina che cade travolta dalle erinni colme di letizia festiva. Qualcuno ha la prima idea saggia della giornata: chiama la polizia. Che arriva, con due volanti, come in un'operazione delicata. Gli agenti arrivano, sedano quello che c'è da sedare, fermano due uomini e due donne, che nel frattempo hanno riportato anche lievi ferite, e li portano in commissariato, dove li identificano e deferiscono alla magistratura. Tra le testimonianze acquisite agli atti dell'inchiesta «rissa di Natale» anche alcuni dei video girati dai genitori. Lo scopo è quello di definire le responsabilità dei partecipanti alla gazzarra e di identificare eventuali altri facinorosi.

Gela è una città abituata a finire sui giornali solo nelle pagine della cronaca nera. Ma questa volta l'impressione è che nella città del petrolchimico ci si vergogni davvero per questa performance. Di sicuro arrossisce la dirigente scolastica dell'istituto, Rosalba Marchisciana: «C'è una mentalità non positiva, il continuo ostentare di eseguire trofei, di essere i primi, porta una conflittualità nelle relazioni che è dilagante. Credo che ci sia un male diffuso che è quella di una rissosità così accelerata, improvvisa, per cose futili. Mi scuso con la comunità scolastica, principalmente con i bambini, che non meritano assolutamente niente di quello che hanno visto». La dirigente non si arrende: il recupero della recita si terrà oggi.

La scuola ha anche annunciato che si costituirà parte civile in caso di processo.

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