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Il giorno della sfida con Corbyn: la May si gioca il futuro alle elezioni

La leader Tory: limitare la libertà d'espressione e movimento per i sospettati

Il giorno della sfida con Corbyn: la May si gioca il futuro alle elezioni

Londra - «Se sarà necessario per rendere il nostro Paese più sicuro cambieremo la legge sui diritti umani». Tenta il tutto per tutto Theresa May, nell'ultimo giorno utile di campagna elettorale e ipotizza perfino delle deroghe alla Convenzione Europea sui Diritti Umani se questo dovesse essere utile nella battaglia contro il terrorismo.

Nel suo comizio tenutosi a Slough la premier inglese non ha illustrato nessuna proposta specifica ma ha detto di voler rendere più semplice per le autorità l'estradizione dei sospettati di terrorismo nei loro Paesi d'origine e di voler proporre pene più severe per coloro che verranno condannati per atti di terrorismo. Per quanto riguarda la legge sui diritti umani May ha spiegato: «Intendo fare di più per limitare la libertà d'espressione e di movimento dei soggetti sospettati soprattutto nel momento in cui avremo prove sufficienti per affermare che costoro sono una reale minaccia, anche se non saranno abbastanza per portarli in tribunale. E se ce ne sarà bisogno cambieremo la nostra legge sui diritti umani in modo di poterlo fare».

In un'intervista al quotidiano britannico Times, il primo ministro ha anche dichiarato che prenderà in considerazione la possibilità di estendere la carcerazione preventiva dagli attuali 14 a 28 giorni.

Una presa di posizione considerata «cinicamente propagandistica» sia da laburisti sia da liberaldemocratici. I primi hanno replicato che il terrorismo non si sconfigge stracciando i diritti umani più elementari, i secondi hanno liquidato le parole della May definendole un cinico tentativo di guadagnarsi i voti degli elettori dell'Ukip che nel suo manifesto si è già espresso a favore di alcune proposte come il raddoppio dei tempi della carcerazione preventiva.

Ieri, nell'ultimo giro di giostra prima del voto, May è tornata anche sul tema della Brexit insistendo di essere la sola persona in grado di raggiungere un buon accordo per il Paese.

Jeremy Corbyn ha invece messo in guardia gli elettori dal votare per «altri cinque anni di austerità conservatrice» e ha promesso più fondi per sanità e istruzione.

I liberaldemocratici hanno centrato anche la fine della loro campagna su chi aveva votato per rimanere in Europa mentre l'Ukip ha promesso una Brexit senza compromessi né inversioni di tendenza.

È rimasto focalizzato sulle questioni nazionali, invece, l'ultimo discorso del leader laburista Corbyn che ha promesso di investire miliardi nei pubblici servizi, miliardi ricavati dall'innalzamento delle tasse a carico dei più abbienti.

«Il servizio sanitario nazionale - ha spiegato il leader del partito laburista - non può permettersi altri cinque anni di privatizzazioni, personale sottopagato e mancanza di fondi». E agli attivisti riunitisi in Runcorn Corbyn ha detto che con le elezioni si sceglie «la società in cui vogliamo vivere e mai come oggi c'è stata una scelta più chiara tra le parti in gioco. Una scelta abbastanza semplice tra speranza e paura».

A fianco dei laburisti i LiberalDemocratici che, tagliati fuori dalla corsa finale, chiedono agli elettori laburisti di «mandare un messaggio chiaro» a Theresa May su Brexit e sull'assistenza sostenendo gli uomini di Tim Farron laddove questi rappresentino i principali avversari dei Conservatori.

Le urne apriranno oggi alle 7 del mattino e chiuderanno alle 10 di sera, i primi exit poll verranno diffusi subito dopo la chiusura questa notte mentre i risultati ufficiali si avranno nella mattinata di domani.

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