Politica

McCain impallina Trump Il clamoroso fallimento sull'addio all'Obamacare

Il senatore malato va in aula e vota contro Il presidente furioso: «Deluso il nostro popolo»

Valeria Robecco

New York Cancellare e sostituire l'Obamacare è stato uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale di Donald Trump, e uno dei primi risultati che il presidente americano voleva mettere a segno una volta entrato alla Casa Bianca. Un obiettivo a cui ora deve dire forse definitivamente addio, dopo lo schiaffo ricevuto dal Senato Usa, che in una votazione proseguita sino a tarda notte ha bocciato il disegno di legge per una revoca parziale della normativa. Affossando il tentativo estremo dei repubblicani di revocare e sostituire la riforma sanitaria voluta da Barack Obama.

Ad assestare la batosta definitiva ai sette anni di sforzi del Grand Old Party per spazzare via l'Affordable Care Act è stato il senatore dell'Arizona John McCain, che ha votato «No» insieme ad altri due colleghe repubblicane, la rappresentante dell'Alaska Lisa Murkowski e quella del Maine Susan Collins. L'ex capitano di Marina nei giorni scorsi ha coraggiosamente interrotto la convalescenza dopo la diagnosi di tumore al cervello per tornare in Senato e votare il via libera alla ripresa dell'iter per intervenire sull'Obamacare, con un discorso all'insegna dello spirito bipartisan. Il tycoon ha interpretato il ritorno di McCain come una mossa a suo favore e lo ha applaudito, mentre il senatore ha invece assestato il colpo del ko: uno strappo definitivo con l'amministrazione Trump in quella che sarà probabilmente la sua ultima battaglia politica, e che ha segnato una svolta negativa nell'attuazione del programma di governo del presidente.

«Tre repubblicani e 48 democratici hanno deluso il popolo americano. Come ho detto fin dall'inizio, si lasci che l'Obamacare imploda, poi si intervenga. State a guardare!», ha commentato su Twitter un Trump furioso, che a più riprese aveva chiesto ai repubblicani di fare il proprio dovere in aula e «mantenere la promessa fatta agli americani».

«Ho ribadito svariate volte che uno dei principali fallimenti dell'Obamacare è stato portato avanti in Congresso dai democratici senza un solo voto repubblicano. Non dobbiamo fare gli stessi errori del passato», ha spiegato da parte sua McCain con le cicatrici dell'intervento chirurgico ben visibili sul volto, in quella che il Washington Post ha definito la notte «più drammatica della storia recente in Senato». Si tratta infatti di un clamoroso fallimento per i repubblicani, che non sono riusciti a superare le divisioni nonostante i numerosi tentativi. Il leader della maggioranza al Senato Mitch McConnell - che ha definito il risultato «una vera delusione» - aveva presentato un disegno di legge soft, definito nel gergo parlamentare statunitense «skinny», smilzo, con l'obiettivo di revocare parti dell'Affordable Care Act. Una norma che in ogni caso avrebbe lasciato senza copertura assicurativa 15 milioni di americani entro il 2026.

L'escamotage puntava ad approvare un testo su cui la Camera avrebbe potuto poi tornare a lavorare sperando di elaborare un provvedimento più vasto, per arrivare poi a «revocare e sostituire» l'Obamacare, come promesso da The Donald ai suoi elettori. Lo speaker della Camera Paul Ryan aveva espresso la disponibilità della Camera a lavorare con il Senato, e ora si è detto «deluso e frustrato» per la debacle. Anche se ha ribadito che «non bisogna mollare sull'Obamacare», ma anche guardare avanti alle altre riforme, in primis quella delle tasse.

E Trump, invece, ha ribadito che serve una revisione delle regole di voto in Senato (dove il provvedimento non è passato con 51 voti contrari contro 49 favorevoli) per cambiare i requisiti di maggioranza.

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