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"Con me Fi al 30% Grillini pericolosi: se loro al governo lascerei l'Italia"

Berlusconi non esclude le larghe intese: «Ma uniti vinciamo noi»

"Con me Fi al 30% Grillini pericolosi: se loro al governo lascerei l'Italia"

Nel salotto bianco di Bruno Vespa nel 2001 ha firmato il suo contratto con gli italiani e ora Silvio Berlusconi spiega che, se la prima volta è entrato in politica contro «i postcomunisti», stavolta «il pericolo più grave è il M5S». Ma è ottimista, anche dopo «5 colpi di Stato» e «4 governi non eletti». «Con me in campo - assicura- supereremo il 30 per cento».

I GRILLINI Il movimento di Beppe Grillo, dice il leader di Fi a Porta a porta, è fatto di «gente senza un mestiere, come i Di Maio, i Di Battista, che non ha mai fatto nè guadagnato nulla, prima di diventare parlamentari». Gente che ora rimane attaccata al suo posto, facendo saltare il patto sulla legge elettorale, perchè non ha futuro. È caricato a mille contro il nemico, il Cavaliere. Contro quel M5S che non ha un candidato premier, perchè «nessuno» può avere quel ruolo. I suoi elettori, aggiunge, sono tra i 15 milioni di italiani in povertà, che «attribuiscono alla classe dirigente la responsabilità del loro stato». Ma il reddito di cittadinanza che Grillo promette, «non è possibile, costerebbe 130 miliardi di euro», mentre realistico è un «reddito di dignità» ,che aiuti chi è bisognoso ad arrivare a 1.500 euro mensili. Un'operazione da 30-35 miliardi di euro.

LA COALIZIONE Il centrodestra, dice chiaro Berlusconi, deve essere unito e vincere. Vincere contro il M5S ma, nei prossimi ballottaggi, soprattutto contro il centrosinistra. E su Matteo Renzi ripete che mai ha pensato ad un accordo di governo. Raccomanda di andare a votare agli elettori, l'ex premier, per assicurarsi una «buona gestione delle città». Di scegliere i candidati del centrodestra, che per oltre il 90 per cento vengono dalla società civile e quasi tutti si sono impegnati a rinunciare alla loro indennità per creare un Fondo di solidarietà per le famiglie bisognose.

Ma il discorso del Cavaliere guarda oltre le elezioni di domenica, ad un nuovo patto sulla legge elettorale, per ripartire dal modello proporzionale tedesco. Guarda al voto nazionale. Con Matteo Salvini e Giorgia Meloni, assicura, già si è discusso del programma comune e c'è solo qualche punto di disaccordo: con il leader leghista, l'uscita dall'euro, mentre Fi vuole la doppia moneta, con la presidente di Fdi, maggiore sostegno ai giovani.

Divergenze superabili, per ottenere nelle urne un 51 per cento dei consensi. Berlusconi è ottimista, ma Vespa chiede che succederebbe se il fronte moderato non conquistasse la maggioranza. «Allora - risponde il Cavaliere - avremmo una situazione alla tedesca, con due possibili coalizioni. M5S e Lega, e allora vi manderei una cartolina dall'estero e una altrettanto preoccupante: M5S con un Pd, che accetterebbe tassa patrimoniale, quella sulla casa, l'imposta di successione. Tutto ciò che noi al governo non abbiamo voluto. L'Italia cadrebbe nelle mani di chi vuole un pauperismo puro».

GLI ALFANIANI Sui centristi di Angelino Alfano dice che «chi ha sostenuto 3 governi di sinistra non può essere accettato dai nostri elettori». Gli chiedono se il ministro Carlo Calenda, potrebbe aggregare un fronte di moderati. «Non lo conosco - risponde Berlusconi- ma ho sentito discorsi interessanti da lui. Ho in programma un incontro, ma dopo i ballottaggi, per non urtare le suscettibilità di qualcuno a sinistra».

I DEMOCRATICI E la mano tesa di Fi al Pd su Consip in parlamento? «Siamo coerenti- dice il Cavaliere- , votiamo per un provvedimento giusto anche se è la parte avversa a proporlo. Da sempre abbiamo voluto un cambio dei vertici, una completa ristrutturazione». Su indagini e scandali che hanno toccato le famiglie Renzi e Boschi, Berlusconi rimane «garantista», una cosa sono le «chiacchiere, altra il processo, con i suoi tre gradi». «Certo - aggiunge su Banca Etruria - non si può pensare che papà Boschi non parli con la figlia ministro Maria Elena. È nella natura, ma non si può montare un caso». Garantista anche sul sindaco di Roma Virginia Raggi. «Non deve dimettersi per le indagini. Certo, quando si trattava degli avversari, però, il M5S diceva il contrario».

L'IMMIGRAZIONE La posizione del leader azzurro sullo ius soli rimane contraria. «La cittadinanza non si conquista con la nascita o un ciclo di studi, bisogna meritarla, condividendo i nostri valori e il nostro stile di vita, rispettando le leggi». E aggiunge che con queste norme «si attirerebbe un fiume di altri immigrati alla ricerca non solo del lavoro e del benessere, ma appunto della cittadinanza». Il discorso punta sui musulmani, Berlusconi ricorda la frase del presidente algerino Houari Boumedienne: «Conquisteremo l'Occidente con il ventre delle nostre donne». L'Islam, spiega, «non ha un Papa che interpreti le scritture: c'è chi vuole la pace e chi la guerra. Ricordiamo che Maometto era un generale, che conquistava le città e faceva schiavi.

Oggi il Califfato impone di tagliare le teste di cristiani ed ebrei».

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