Cronache

Il mea culpa di D&G: "Non abbiamo capito la cultura della Cina Ma non accadrà più"

Il video dei due stilisti sul social asiatico Weibo per provare a ricucire lo strappo

Il mea culpa di D&G: "Non abbiamo capito la cultura della Cina Ma non accadrà più"

Ci sarà mai una tregua alla violenta bufera scoppiata in Cina contro Dolce & Gabbana? Lo sapremo durante il ponte dell'Immacolata (7/9 dicembre) quando il magico duo ha programmato un altro grandioso evento internazionale di fashion e mondanità stavolta a Milano, nel bel mezzo dei festeggiamenti per il Santo patrono della città: Ambrogio detto Ambroeus. Ebbene se saranno presenti i ricchi e famosi solitamente in prima fila alle fantasmagoriche sfilate d'alta moda del brand, potremo dire che non tutto è perso per lo meno nella parte occidentale del mondo. Francamente ce lo auguriamo di cuore innanzitutto per i molti dipendenti di un'azienda che dal punto di vista creativo e manifatturiero è un fiore all'occhiello dell'Italia. E poi è giusto augurarlo anche ai due designer che si sono davvero rotti la schiena per costruire il loro impero e pazienza se hanno notoriamente un pessimo carattere per cui i giornalisti di moda dicono che D&G è come Briatore in The Apprentice: basta una parola sbagliata per sentirsi dire senza appello «Sei fuori».

Certo sarà dura che qualche vip cinese osi intervenire all'evento: nonostante il video di scuse girato l'altra notte a Milano e postato prima su Weibo poi su tutti i social media del mondo, le polemiche non accennano a spegnersi. I commenti si sprecano nel web e non sono per niente generosi. Quasi nessuno crede alla storia dell'hackeraggio subito da Stefano Gabbana perché non è la prima volta che il nostro si lascia andare a commenti pesanti sui social, ha addirittura rilasciato una bella intervista a Jo Ellison del Financial Times sulla sua allergia a filtri e censure. Tanto per dare un'idea, sotto una foto dell'abito da sposa di Chiara Ferragni creato da Maria Grazia Chiuri per Dior ha scritto il lapidario commento «Cheap», tanto scortese quanto inappropriato. C'è da dire che anche per questo lo si segue avidamente: i video in cui compare travestito da cartomante sparando a zero su chiunque gli capiti a tiro fanno morir dal ridere. Qui però le offese sono state pesantissime contro un Paese e un popolo molto attaccato al concetto di Patria.

Non a caso il cantante e attore Wang Junkai ha scritto in una lettera resa pubblica: «La madrepatria non può essere calpestata e la madrepatria di ognuno sta sopra a tutto». Inoltre non sono pochi quelli che dicono che nel video più del pentimento vedono la paura delle pesanti perdite economiche inevitabili quando le più importanti piattaforme di e-commerce cinesi (da Amazon China a Suning che per la cronaca è l'azionista di riferimento dell'Inter) oltre alla mastodontica piattaforma internazionale YNAP (Yoox e Net à Porter) hanno ritirato la merce del brand. Tra tutti spicca Tony Lin, fondatore con Lindsey Shuyler di @Diet_Prada, l'account che ha fatto esplodere lo scandalo a livello internazionale. L'ex product manager di origini cinesi scrive: «Rispettate i consumatori dei mercati da cui volete trarre profitto. Non state facendo loro un regalo, state prendendo i loro soldi. Guardate alle persone come a qualcosa di più di una semplice riga sul bilancio delle vostre entrate». Inutile dire che ha ragione ma se davvero Zuo Ye, modella degli infelici video di D&G, ha ricevuto minacce di morte è arrivato il momento di dire basta.

In tutte le lingue del mondo dal mandarino in giù.

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