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Il mediatore moderato che frena i sovranisti

Lo stile Antonio tra rinnovamento e continuità. Per contenere l'Opa salviniana sugli azzurri

Il mediatore moderato che frena i sovranisti

Roma Antonio Tajani sarà il traghettatore di Forza Italia verso il futuro. Il partito, che Silvio Berlusconi vorrebbe ribattezzare con un nuovo nome (forse L'altra Italia) e un nuovo simbolo, ha un vicepresidente nel nome della continuità e del rinnovamento strettamente legati insieme.

Il Cavaliere l'ha scelto da tempo per la sua autorevolezza, riconosciuta a livello europeo e mondiale, per la sua capacità di mediare e le sue doti diplomatiche, ma innanzitutto per la sua fedeltà ai valori del partito che nel '94 ha contribuito a fondare. Il rapporto personale con il leader di Tajani è così consolidato da garantire che il percorso sarà in linea con la tradizione, anche se è ormai chiaro che il quadro politico mutato impone altre idee e anche altri metodi. E bisogna prepararsi alle elezioni europee di primavera.

Con Matteo Salvini che la fa da padrone nel centrodestra e sta al governo con il M5s, cavalcando soprattutto le sue battaglie storiche, Berlusconi lancia con questa nomina attesa da tempo un segnale chiaro di differenza dal Carroccio su temi strategici come l'euro, l'emergenza immigrazioni, in genere i rapporti con l'Ue. L'identità di Fi, ne è convinto, va ridefinita al centro, in un'area dove ancora c'è molto spazio da conquistare. E per contrastare l'Opa salviniana sugli azzurri e riguadagnare i voti perduti sceglie la strada opposta al partito unico, sponsorizzato dal governatore ligure Giovanni Toti, che scalpitava per avere il posto oggi di Tajani.

Il leader azzurro ha sempre visto il partito come una sua creatura, una propaggine legata al suo nome. Quando i guai giudiziari l'hanno politicamente colpito, Fi ne ha risentito molto. E ora che è tornato candidabile ma il peso del partito si è calato, deve vedersela con un Salvini più forte e aggressivo che mai, anche se formalmente suo principale alleato. Così, sceglie l'uomo che più è diverso da Matteo, per ricoprire la carica che solo una volta, dal 2004 al 2009, ha concesso a Giulio Tremonti. É certo che Tajani, con le sue posizioni sempre moderate e liberali, con la sua esperienza al vertice delle principali istituzioni europee, sia la figura giusta per smarcarsi dal leghista.

Non solo un alter ego, ma il numero due che darà a Fi quell'atout in più per tornare a vincere.

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