Politica

Medici e infermieri in fuga dall'Italia: in dieci anni via dal Paese in 18mila

La meta preferita è la Gran Bretagna, seguita da Svizzera e Germania

Jacopo Granzotto

Un trend in crescita che sta creando un'emergenza nella Sanità italiana. Tra il 2005 e il 2015 diecimila medici e ottomila infermieri hanno lasciato il nostro Paese per andare a lavorare all'estero. Europa soprattutto, ma anche Asia. Ai dati della Commissione europea e del Rapporto Eurispes-Enpam si aggiungono quelli di Consulcesi group secondo cui ogni anno 1500 laureati in Medicina vanno via per iscriversi a scuole di specializzazione all'estero. Un danno anche economico, poiché la formazione - sostengono i sindacati di categoria - costa allo Stato italiano 150 mila euro per ogni singolo medico. Chi lavora nella sanità e cerca fortuna all'estero ha un'età compresa tra i 28 ai 39 anni; la regione da cui emigrano di più i giovani medici italiani è il Veneto. La meta principale è sempre la Gran Bretagna con il 33 per cento di scelte, seguita dalla Svizzera con il 26 per cento e dalla Germania con il 21. I professionisti che espatriano sono per la maggior parte ortopedici, pediatri, ginecologi e anestesisti.

I motivi che inducono tanti professionisti a lasciare il Paese d'origine li spiega Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi che, in partnership con l'«Italian medical society of Great Britain», si occupa della formazione dei medici italiani nel Regno Unito. «Qui l'accesso alla professione è più meritocratico, le prospettive di carriera sono nettamente migliori e le retribuzioni sono molto più alte che in Italia», afferma. E commenta: «L'Italia si impegna nella formazione di eccellenti professionisti sanitari, spendendo ingenti somme di denaro e poi regala questo patrimonio agli altri». Intanto, tra medici in fuga, che vanno in pensione e aspiranti camici bianchi che non riescono a mettere piede in Facoltà a causa del numero chiuso, il Servizio sanitario nazionale rischia grosso. Lo studio del sindacato della dirigenza medica e sanitaria Anaao Assomed nel Rapporto del 7 gennaio lancia l'ennesimo allarme: tra soli sei anni, nel 2025, curarsi in ospedale sarà ancora più difficile: tra medici di emergenza, pediatri, internisti, ortopedici, psichiatri, mancheranno all'appello 16.500 specialisti.

Più in generale la richiesta dei nostri sanitari avviene da parte di Paesi europei (Inghilterra, Belgio, Scozia, Olanda), Arabia Saudita, Qatar, Siria, Libia, Iraq, Sudan e Somalia, insieme ad Africa e Sud America. Allettanti gli stipendi inglesi che possono arrivare, per un medico di famiglia anche a 140.000 euro lordi, oltre 100.000 in Francia, 130.000 in Germania, da 183.000 per un generalista a 250.000 per un ospedaliero negli Stati Uniti. Gli italiani sono il fanalino di coda con poco più di 60.

000 euro lordi.

Commenti