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Meghan nella gabbia dorata dei Windsor. Ora la sfida sarà far sentire la sua voce

Contro la tradizione sarà lei e non il padre a parlare, dopo le nozze, al ricevimento

Meghan nella gabbia dorata dei Windsor. Ora la sfida sarà far sentire la sua voce

Se il prezzo per sposare un principe è la carriera, Meghan Markle ha già pagato la sua parte. Stop al lavoro di attrice in Suits, la serie tv dove ha lavorato fin dall'inizio, per sette stagioni di fila, guadagnandosi la celebrità negli Stati Uniti. Chiusi gli account Twitter e Instagram, con i quali aveva raccolto rispettivamente 350mila e quasi 2 milioni di follower ed era diventata anche una star del web. Chiuso pure il suo blog, The Tig (dal nome del Tignanello, il vino preferito di Meghan, toscano della casa Antinori), in cui la giovane elargiva consigli su cibo, viaggi, abiti. Tutto deciso in vista del grande evento. Sabato 19 maggio, la ragazza di Los Angeles, 36 anni, passaporto statunitense, divorziata e figlia di divorziati, prima meticcia figlia di un'afroamericana a fare il suo ingresso nella famiglia Windsor, sposerà a Londra il principe Harry, sesto erede al trono di Gran Bretagna e il reale più amato al mondo (lo dice l'ultimo sondaggio Ipsos, che lo vede a pari merito con la regina). Ma riuscirà ora la sposa a ritagliarsi un ruolo che vada oltre le parate istituzionali, gli eventi di beneficenza, le sfilate in cui nulla più dovrà esibire se non grandi sorrisi, una linea perfetta e abiti che faranno il boom di vendite?

Le premesse sono buone ma il rischio che «Bud», il «bocciolo» (come la chiamavano da piccola) finisca per rimanere ingabbiata nella torre dorata di Kensington Palace è alto. Anche in una monarchia femminile come quella incarnata perfettamente da Elisabetta II. Anche nel Paese che in nome della parità di genere ha ottenuto che il Commonwealth abolisse la legge salica, in base alla quale i maschi avevano precedenza nella successione al trono. Il rischio flop è forte. Kate docet. La moglie di William, fratello di Harry e testimone al matrimonio dell'anno, miete grandi consensi ma non sta lasciando tracce. È il ruolo e il destino dei membri della Casa reale, senza distinzione di sesso. Prima di lei Diana ha dimostrato che uscire dal seminato si può, ma il prezzo da pagare può essere altissimo, a cominciare dalla disapprovazione di Sua Maestà, ligia all'etichetta.

Eppure Meghan è un outsider. La promessa sposa non è solo la prima meticcia a entrare a palazzo. E non a caso ha invitato, in una sorta di proclama anti-razzista, il primo afro-americano eletto capo della Chiesa anglicana negli States, il vescovo Michael Bruce Curry, a pronunciare il discorso principale delle nozze. Meghan è anche la prima femminista dichiarata a entrare a corte. E a farlo in un momento cruciale, al tempo del #metoo e del Time's, con le donne in rivolta nel mondo contro le molestie e per la parità di genere. Femminista si è definita lei stessa, in varie interviste prima del fidanzamento reale e sul suo blog, dove esortava la donne: «Brindate a voi stesse, alla libertà, al successo di quelle come voi che lottano per conquistarla. Oggi e ogni giorno, brindate alla vostra indipendenza». Meghan ha raccontato che il grande salto, nella professione, è avvenuto quando all'apice del successo in tv, con gli sceneggiatori di Suits che la volevano sempre più scoperta, lei ha saputo dire di no. «Le scene cominciavano sempre con Rachel (il personaggio) che entrava indossando solo un asciugamani. Il no è stata una svolta», ha spiegato. Come quando, all'età di 11 anni, i compagni di scuola le dissero che «il posto delle donne è la cucina», dopo aver visto la pubblicità di un detersivo che le descriveva «a combattere contro lo sporco e l'unto». E lei scrisse alla first lady Hillary Clinton, all'avvocata femminista Gloria Allred e agli autori dello spot e ottenne che il testo venisse cambiato in modo che fosse «la gente d'America» a combattere la crociata sulle pentole.

Ora, al suo matrimonio, sarà Meghan e non il padre, come prevede la tradizione, a pronunciare il discorso durante il ricevimento della sera. Nel 2015, le sue parole all'Onu per la Giornata internazionale delle donne fecero breccia, tanto che il discorso in cui contestava la scarsa rappresentanza femminile nei parlamenti del mondo è stato riproposto nelle scuole americane. «Bisogna togliere alla parola femminista quel significato negativo che le è stato dato di recente», ha detto prima dell'ingresso nella casa reale.

E solo qualche settimana fa: «Le donne non hanno bisogno di trovare la loro voce, c'è bisogno invece che si sentano autorizzate a usarla e che la gente le ascolti». Riuscirà lei a far sentire la sua, ora che ha guadagnato un marito ma perso il lavoro, il pulpito sui social e la piena indipendenza?

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