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Meglio il voto anticipato che un governo in stallo

Le statistiche ballerine alimentano l'incertezza sull'economia italiana ed il governo in affanno per la sua maggioranza traballante l'aumenta rinviando i problemi

Meglio il voto anticipato che un  governo in stallo

Le statistiche ballerine alimentano l'incertezza sull'economia italiana ed il governo in affanno per la sua maggioranza traballante l'aumenta rinviando i problemi. Dopo che l'Istat nelle stime mensili di qualche giorno fa aveva comunicato che la ripresa, sia pure modesta, è migliore del previsto e si sta consolidando, ora l'Ocse che, nel suo rapporto trimestrale, scrive l'opposto: il Pil italiano nel 2017 crescerebbe dello 1% al massimo e non dell'1,1 o più; la nostra ripresa si va indebolendo, sicché nel 2018 la crescita sarà dello 0,8 e la manovra sui conti pubblici per il 2018 si complica, anziché diventare meno ardua, come han detto governo e capi del PD, commentando le stime Istat.

Non sembra però che la prospettiva di elezioni anticipate turbi il nostro mercato finanziario, che invece reagisce positivamente, quando lo fanno le altre Borse europee. L'incertezza, che serpeggia viceversa, dipende dal fatto che il governo appare incapace di decidere sulle grandi questioni: la manovra di bilancio 2018, l'Ilva, l'Alitalia, le banche venete, le opere di emergenza per gli sfollati del terremoto dell'estate 2016, il flusso continuo d'immigrati non autorizzati. In apparenza, il ministro Calenda, firmando il decreto che assegna l'Ilva ad Arcelor Mittal ha preso una decisione operativa. Ma nella sostanza ciò non è vero. L'attribuzione di Ilva ad Arcelor Mittal non sarà definitiva sinché l'autorità europea antitrust non avrà deciso (entro forse un anno) se questa acquisizione genera per la società siderurgica franco-indiana, sul mercato europeo dell'acciaio, una posizione dominante di monopolio incompatibile con la legge comunitaria.

Inoltre si ignora se saranno tagliati seimila o quattromila dei 14mila posti di lavoro dell'Ilva, di quanto si ridurrà la sua produzione siderurgica e come ciò si distribuisca territorialmente. Ossia quanto a Taranto, quanto nei tre stabilimenti liguri e piemontesi e in quello di Porto Marghera. Il piano ambientale per le polveri sottili è ancora incerto. Quanto ad Alitalia, per cui ci sono 32 offerte, per la decisione si attende che la Commissione europea dia chiarimenti sul tetto del 49% del capitale azionario, che scatterebbe per l'acquisto da parte di compagnie extra comunitarie. Il che riguarda le offerte inglesi, americane e orientali. Per le due banche venete in crisi, il governo sta studiando sia le due soluzioni dell'intervento privato incentivato e di quello statale, che la terza via della loro messa in liquidazione. Ma si ignora che fine farebbero gli sportelli delle due banche, il personale e i titoli degli obbligazionisti subordinati.

Buio pesto sulla manovra di bilancio 2018. E altrettanto sul perché non ci siano ancora tutti i prefabbricati per sistemare le vittime del terremoto che ha avuto luogo quasi un anno fa e si debba ricorrere a lotterie. Gli immigrati illegittimi, intanto, continuano ad arrivare. Costano 35 euro al giorno di vitto e alloggio, con una spesa annua di circa 13mila euro ciascheduno e un onere annuale per il bilancio pubblico di oltre 3,8 miliardi: che lievita in attesa di una soluzione internazionale condivisa.

Le elezioni anticipate lungi dal generare incertezza, servono per uscire da questo stallo.

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