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Meloni giura contro gli inciuci. Ma i patrioti restano da soli

La leader di Fratelli d’Italia manifesta a Roma senza gli alleati: "Spiace per l’assenza di Berlusconi e Salvini"

Meloni giura contro gli inciuci. Ma i patrioti restano da soli

«Noi non tradiamo». Un impegno solenne con il popolo sovrano, un giuramento per promettere che, qualunque cosa accada, i parlamentari di Fratelli d’Italia non si presteranno a inciuci o a cambi di casacca. Giorgia Meloni chiama a raccolta tutti i suoi candidati in un luogo storico per la destra italiana come il Cinema Adriano di Piazza Cavour, a Roma.

Qui in quello che oggi è un grande multisala, tra locandine di film e riproduzioni a grandezza naturale di soldati della Guardia Imperiale di Guerre Stellari, la leader di Fdi organizza una manifestazione che si traduce in una promessa di fedeltà agli elettori. Impegno apparentemente scontato, ma non dopo una legislatura con 566 cambi di casacca. Un giuramento che viene suggellato da una visita al Milite Ignoto dove i candidati depositano una corona d’alloro, dopo aver definito con dieci interventi pubblici l’essere patrioti oggi. La pioggia che flagella la Capitale non ferma i sostenitori di Fdi e così in molti sono costretti a restare nel foyer. L’obiettivo politico, ovviamente, è assicurarsi i voti di chi teme che l’assenza di una maggioranza in Parlamento possa spingere il presidente della Repubblica a percorrere a via del governo di unità nazionale. «Purtroppo, questa legge elettorale favorisce la possibilità di un altro governo così come quelli precedenti. Ho sentito il ministro Minniti dire: “Sono disponibile come premier per un governo di unità nazionale”. Caro, Minniti, questo si chiama inciucio. Da tutti i sondaggi il Pd arriverà terzo e se chi arriva terzo esprime il premier, a casa mia si chiama colpo di Stato» attacca la Meloni. «Ecco perché dovete votare Fratelli d’Italia. I nostri sono voti per impedirlo: se Fdi è forte, il centrodestra avrà la maggioranza. Il 4 marzo, o vince il centrodestra o sarà il caos. Per i sondaggi mancano due punti alla maggioranza assoluta. E noi siamo gli unici ad avere il coraggio di firmare questo impegno».

Nella chiave della competizione interna al centrodestra la stoccata agli alleati è inevitabile. «Mi dispiace che oggi non ci siano gli alleati: hanno preferito non esserci, non chiedetemi perché. Salvini dice che aveva altro nell’agenda, Berlusconi dice che questa manifestazione è dannosa. Caro Silvio, è dannosa perché vuoi fare un inciucio? Se qualcuno pensa di costruire un governo sulla pelle dei cittadini, si sbaglia. Noi di Fdi siamo il granellino di sabbia che interromperà quel meccanismo. Più siamo forti più saremo in grado di difendere gli interessi degli italiani». Ce n’è anche per Matteo Renzi. «Il Pd fa girare sul web un volantino che riporta la frase di un ragazzo di nome Marco: “Grazie Renzi, perché io con i 500 euro della cultura sono andato al concerto di Laura Pausini”. In questi ultimi anni il capitalismo straniero ha saccheggiato tutto, da Ansaldo alla Pirelli, da Peroni a Ferrè, da Valentino a Telecom, da Unicredit a Italo. Il capitalismo straniero ha comprato a prezzi stracciati i nostri gioielli di famiglia. Tutto questo mentre per un immigrato richiedente asilo lo Stato spende più del doppio di quanto spende per un pensionato italiano. Per un richiedente asilo spende al mese più o meno quello che spende per lo stipendio di un poliziotto. Non siamo tutti uguali, io non sono uguale a Renzi.

La cosa più bella che possiamo fare per il nostro popolo è formulare questo giuramento. Chiedo ai candidati di alzarsi in piedi e di leggere questa dichiarazione, un impegno a onorare il vincolo elettorale contro ogni trasformismo»

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