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Meloni sceglie il ribaltone e spacca la destra in cinque

La leader Fdi annuncia la corsa a sindaco con l'appoggio della Lega e frantuma l'area dei moderati. L'appello (già respinto) a Bertolaso: «Venga ad aiutarmi»

Meloni sceglie il ribaltone e spacca la destra in cinque

Grande è la confusione sotto il Pantheon quando, a mezzogiorno, Giorgia Meloni, stringendo un mazzo di fiori tra le mani, rompe gli indugi e porta a cinque i candidati a sindaco di Roma che puntano ai voti del centrodestra. Insieme alla presidente di Fdi, sono in corsa Guido Bertolaso, appoggiato da Forza Italia, Francesco Storace per la Destra, Alfredo Iorio per Forza Nuova, Msi e Fiamma, e Alfio Marchini, lungamente corteggiato come candidato moderato per il Campidoglio.

Il dado è tratto. Ai «consigli» di Bertolaso e Silvio Berlusconi di pensare alla gravidanza più che alle elezioni, la Meloni ha risposto scendendo in campo al grido di «civis romanus sum», e identificandosi nel simbolo di Roma, quella lupa che ha allattato il fondatore dell'Urbe e il suo gemello. Giorgia incassa immediatamente l'appoggio del leader del Carroccio Matteo Salvini, il cui dietrofront su Bertolaso aveva spaccato l'unità del centrodestra e mandato all'aria il progetto di una candidatura unica per la coalizione. Bertolaso, invece, non la prende bene, anche se la Meloni prova a chiedergli non un passo indietro ma un «passo di lato»: «Mi piacerebbe che ci venisse a dare una mano perché secondo me è un valore aggiunto», spiega. E ribadisce l'invito in serata, alle telecamere di Otto e Mezzo: «Mi piace la sua storia, il suo curriculum». Ma con lui sarebbe difficile anche «arrivare al ballottaggio».

Mister Emergenze replica: «Vado avanti come mi avevano chiesto due mesi fa. E vado avanti come una ruspa». Quanto a farsi da parte, Bertolaso ha altre idee: «Io ho messo la freccia a sinistra, non a destra, e quindi cercherò di sorpassare gli altri che sono in fila». E in fila c'è anche la leader di Fdi, ufficialmente in campagna elettorale: «Ora voglio ascoltare i romani - spiega - le categorie, non mi lancio in annunci. Penso di avere l'umiltà di ascoltare la gente. Nel primo fine settimana di aprile presenteremo il nostro sogno per Roma».Non un bel sogno per Berlusconi. Il Cav, irritato per il caotico balletto senza coreografo in cui s'è trasformata la corsa per il Campidoglio del centrodestra e furioso per gli sgambetti, assicura che andrà avanti con Bertolaso, è «quasi certo» che vincerà al primo turno. La Meloni, spiega il leader azzurro alla Telefonata di Maurizio Belpietro, «non ha nessuna possibilità di diventare sindaco di Roma». Quanto a convincerla a fare un passo indietro, Berlusconi sospira: «La ascolterò ma non ho molte speranze, il tempo e le donne qualunque cosa gli dici fanno sempre quello che vogliono loro».

A Otto e Mezzo, Giorgia conferma, chiudendo la polemica sulla gravidanza elettorale. «Ringrazio Berlusconi per la solidarietà, ma quello che la Meloni può o non può fare credo debba deciderlo la sottoscritta», spiega, assicurando di essersi candidata per «unire e non per dividere», ma aggiungendo che andrà avanti comunque.In discussione c'è anche la leadership della coalizione, e anche Bertolaso legge la sfida della Meloni come un riflesso del «confronto a livello nazionale» per la guida del centrodestra. A riassumere lo stato d'animo in Forza Italia dopo l'ultima mossa, è la responsabile comunicazione Deborah Bergamini, che bolla come «ribaltone» il cambio di rotta dell'asse Salvini-Meloni: «Prima hanno scelto di candidare Bertolaso, sottoscrivendo una nota congiunta con Berlusconi, poi ci hanno ripensato e ora faranno campagna elettorale contro di lui».Insomma, i rapporti si fanno tesi, il fronte è sfaldato. E il primo a candidarsi nel centrodestra, Francesco Storace, sembra scettico sulla capacità di aggregazione dell'ultima arrivata. «La Meloni - spiega a Corrierelive - ha detto una cosa sacrosanta, ovvero che Bertolaso non è stato unificante. Ma lei è unificante?». E dunque non è ancora tempo di passi indietro, spiega l'ex ministro della Salute, che prima di valutare se appoggiare qualcun altro, aspetta di «vedere i programmi».

Ma in realtà un primo canale di comunicazione tra lui e la Meloni sembra si sia già aperto.

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