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La memoria tradita

La memoria tradita

Che devastazione. Umana e dunque anche morale nelle lapidi abbandonate degli eroi della Grande Guerra nel Cimitero Monumentale di Milano (così come denuncia il Codacons). «Museo a cielo aperto» si vanta il Comune, ma non per chi alla Patria ha donato la vita. E così le fotografie di chi «colpito in fronte da palla nemica moriva per la sua Italia» o di chi è «caduto eroicamente sulla contesa sponda» son lasciate alla corrosione del tempo. Così come le iscrizioni che ricordano i luoghi dove la meglio gioventù offrì il suo olocausto: Col di Lana, Monte Seruggio, San Michele sul Carso, Enego e l'Altopiano di Asiago. Terre bagnate dal sangue di chi non ebbe paura di morire lasciando madri, fidanzate, mogli e figli. Immaginando per loro un futuro migliore. Per questo fa orrore l'oltraggio del tempo, ma soprattutto quello dei politici che tradendo la memoria, svendono il dna di un popolo. È vero che oggi un Piave che mormora «non passa lo straniero» non appartiene al loro immaginario, ma è forse arrivato il momento di riscoprire l'orgoglio di quei valori. Lo fecero i presidenti Cossiga e Ciampi quando costrinsero tutti a onorare Tricolore e Inno nazionale, forse è ora di rivendicare l'epica della Prima Guerra Mondiale sacrificata di fronte a quella della Resistenza della quale hanno bisogno perché è rimasta l'unico collante di una sinistra ormai decomposta. Non sarà facile fino a quando sul palco del 2 giugno Grasso e Boldrini, seconda e terza carica dello Stato, non applaudiranno la Folgore.

Ma prima o poi un moto di orgoglio forse prenderà anche noi italiani, magari guardano quei prati perfettamente tosati e le tombe lustre dei cimiteri di guerra inglesi o americani, disseminati sul suolo di questa nostra povera Italia.

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