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Meno parole, più sicurezza: Salvini adesso è in difficoltà

Il ministro sotto assedio dopo l'escalation di violenza Di Maio: «Servono più uomini». Anche Tajani critico

Meno parole, più sicurezza: Salvini adesso è in difficoltà

Sparatorie, assassinii e stupri, violenze di camorristi, rapinatori e bulli nelle strade delle città. E lo «sceriffo» leghista Matteo Salvini finisce sotto accusa proprio sul core business del suo messaggio politico: la sicurezza.

Ad attaccare duramente il vicepremier e ministro dell'Interno non è solo l'opposizione, con il Pd e Fi, ma anche i partner di governo del M5S. Il clima pre-elettorale infiamma le polemiche, ogni partito gioca per sé con il proporzionale e non c'è alleanza che tenga. Se i dem già chiedono le dimissioni di Salvini, i pentastellati vogliono un consiglio dei ministri a Napoli, dove in una sparatoria una bambina di 4 anni è stata ferita gravemente e il vicepremier grillino e napoletano Luigi Di Maio scrive su Facebook: «Una cosa è certa: serve più sicurezza, servono più uomini sul terreno, più controlli, più prevenzione, che passa anche per un forte sostegno a chi è impegnato nel sociale per salvare i ragazzi dalle famiglie di camorra e dai quartieri in difficoltà. Napoli è la bambina colpita, non l'assassino che ha sparato!». Pesanti le parole anche del presidente della Camera Roberto Fico e del presidente della Commissione antimafia, Nicola Morra (M5S): «Piuttosto che terrorizzare sui migranti o visitare muri, titolare Viminale si occupasse di contrasto alla mafia».

Il vicepresidente azzurro, Antonio Tajani, commentando l'omicidio del commerciante a Viterbo e la sparatoria di Napoli, dice: «Il governo passi dalla propaganda ai fatti, più sicurezza e lotta alla criminalità, questo serve al nostro Paese». Per il presidente del parlamento europeo non si sono visti i risultati sperati sul tema sicurezza, come sui rimpatri che vanno a rilento. Gli ultimi fatti di sangue hanno molto colpito lo stesso Silvio Berlusconi, che nella sua stanza d'ospedale è sempre più preoccupato per la sicurezza.

Salvini non accetta accuse e promette: «I maledetti criminali che l'hanno colpita non avranno tregua: sappiano che per loro è pronta la galera». Ma alle polemiche non risponde, se non con numeri e fatti, dai 137 poliziotti inviati a Napoli alla «super- questura». E taglia corto: «In 10 mesi abbiamo fatto quello che la sinistra non ha fatto in tanti anni». Lui che ha sempre cavalcato l'ondata di insicurezza degli italiani, promettendo il pugno di ferro contro clandestini e rapinatori di ville, ora deve fronteggiare i 5Stelle che lo fanno apparire inadeguato al suo ruolo. Il portavoce del movimento in Commissione Antimafia, Andrea Caso, visita la piccola ferita e insiste perché il governo dia da Napoli « un segnale forte alla criminalità».

I dem vogliono di più, parlano di «ministro fantasma», valutano una mozione di sfiducia. Matteo Renzi ha evocato per primo le dimissioni e ora parlamentari a lui vicini come il capogruppo al Senato, Andrea Marcucci, insistono: «Il ministro dell'Interno di un Paese civile non insulta gli avversari, ma va a Napoli a combattere la camorra. Se Salvini vuole fare solo comizi lasci ad altri il Viminale». Su Twitter il presidente dem Paolo Gentiloni elenca i luoghi delle ultime violenze: Ostia, Napoli, Viterbo, Manduria, Brescia: «Allarme sicurezza. Ma il ministro degli Interni è fuori servizio. Auto e voli blu per la tournée infinita di comizi, tv, social».

Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti accusa Salvini di pensare solo ai voti: «Per cortesia almeno un'ora al giorno, meno comizi e fai il ministro dell'Interno».

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