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Mentana difende Facci e litiga con i «webeti» «Aboliamo l'Ordine»

Il direttore a fianco del collega sospeso: "No a chi sanziona le opinioni". Ma viene attaccato

Mentana difende Facci e litiga con i «webeti» «Aboliamo l'Ordine»

Milano - Guai a Filippo Facci, colpevole di odiare l'Islam; e guai anche a chi osa prendere le sue difese: anche se si chiama Enrico Mentana, dirige il Tg della 7, e alle spalle ha qualche decennio di carriera giornalistica che testimonia per lui. Ma non c'è niente da fare. Domenica sera Mentana sulla sua pagina Facebook attacca frontalmente l'Ordine dei giornalisti, che ha sospeso Facci - giornalista di Libero - per due mesi dalla professione e dallo stipendio per un editoriale considerato razzista: una manciata di ore, e Mentana si trova costretto a pubblicare un nuovo post per rispondere all'ondata di reazioni indignate piovutegli addosso, «direttore ma che cazzo dice?», e via di questo passo: tutte schierate contro Facci, quasi tutte contro Mentana, e in buona parte contro la possibilità stessa che un giornalista pubblichi le sue opinioni.

«C'è gente - scrive Mentana nel nuovo post - che concepisce il ruolo del giornalista alla stregua di un altoparlante della stazione: annunci, notizie, nessuna opinione»: e ricorda che tutti i grandi del mestiere, da Montanelli a Bocca, furono anche portatori di opinioni forti. Per i suoi critici, il direttore conia la definizione di «analfabeti funzionali»: che richiama da vicino quella di «webeti», da lui stesso impiegata contro la demenza di molti commentatori via Internet.

Quella di Mentana non è la sola voce che si è levata a difesa di Facci: prima Alessandro Sallusti sul Giornale, poi Pierluigi Battista sul Corriere. Ma è a Mentana che vengono riservate le contumelie più esplicite, in nome di una pretesa obiettività dell'informazione. E poco conta che Mentana non abbia in nessun modo condiviso le tesi di Facci, ma abbia posto il problema della libertà di opinione: «Io con gente che sanziona le opinioni non voglio avere nulla a che fare», scrive; e si schiera per l'abolizione dell'Ordine dei giornalisti, «ora che da inutile è diventato anche dannoso».

Ma come è arrivato l'Ordine dei giornalisti a interdire per due mesi Facci ? La sanzione dà conto della autodifesa di Facci: «Il giornalista Facci ha respinto con fermezza l'accusa di razzismo (...) egli ha precisato che il suo articolo si riferisce a idee e non a persone e che il suo odio è indirizzato all'Islam come patrimonio di idee». Scrive il Consiglio di disciplina: «Questo Consiglio non deve valutare se Facci sia o meno razzista ma se l'articolo da lui scritto appaia in linea con le regole che i giornalisti si sono date per evitare la diffusione di scritti che possono ledere la dignità delle persone appartenenti a razze o religioni diverse da quella maggioritaria e possano rafforzare e legittimare nei lettori opinioni d natura razzista». Ebbene: «le affermazioni contenute nell'articolo hanno un evidente carattere razzista e xenofobo (...) la parte peggiore dell'articolo è quella che riguarda le idee e che consiste in un attacco e in una offesa ad un intero sistema culturale (...

) si ritiene pertanto che Facci con la sua condotta abbia compromesso la stessa dignità della professione, ridotta a grancassa dell'ostilità e del livore contro chi appartiene ad un'altra sfera culturale».

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