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Il mercato è fatto anche di sentimenti

Il mercato è fatto anche di sentimenti

Questa vicenda della mobilitazione spontanea, innescata soprattutto dai social, a difesa dei posti di lavoro della Melegatti può essere letta in tanti modi. Un'impostazione un poco standard e di stampo economistico (che per taluni aspetti ha pure le sue buone ragioni) potrebbe rilevare come non abbia senso modificare artificiosamente i propri comportamenti di consumatore volto a trovare il miglior prodotto al minor costo, preferendo invece questo pandoro ai molti presenti sul mercato e tutto al fine di aiutare alcuni lavoratori. Se oggi compro un marchio invece che un altro, domani potrei trovarmi ad avere penalizzato imprese ben funzionanti e i loro lavoratori. In fondo, quando un'azienda è in crisi solitamente tutto questo avviene per qualche problema organizzativo, oppure per difficoltà di mercato o per errori di strategia e via dicendo.

Non è facile che un'impresa in dissesto sia salvata con i buoni sentimenti e per certi aspetti forse è anche giusto che le risorse dei consumatori si dirigano dove si lavora meglio, si è in grado di soddisfare meglio la clientela, si sono fatte scelte più oculate e investimenti più assennati. Questo schema, però, ci offre una rappresentazione davvero troppo semplificata del libero mercato e del nostro rapporto con esso. In fondo, ogni valore è altamente soggettivo. È per questo motivo che può capitare di spendere per normali borse, anche se griffate, molte migliaia di euro. Quasi sempre l'acquirente non cerca un oggetto, ma una sorta di emozione e la sensazione di essere migliore.

Allo stesso modo, non solo è del tutto legittimo che molti si apprestino a comprare ben cinque confezioni del pandoro Melegatti per aiutare un'azienda in crisi e in tal modo dare un poco di ossigeno ai suoi dipendenti, ma questo tipo di comportamento è del tutto normale in tutte le società e in ogni sistema economico. Se è sicuramente un gesto di mercato, in quanto volontario, quello di chi destina somme consistenti a istituzioni benefiche e attività culturali, per quale motivo non dovrebbe esserlo quello di chi pensa di poter dare una mano a tenere in vita un'azienda con una lunga storia? Troppo spesso abbiamo costruito una rappresentazione semplificata e parodistica del mercato: basata su una schematizzazione dell'individuo consumatore e produttore. Guardare i mercati reali e osservare gli effettivi comportamenti dei nostri simili ci aiuta a capire come al fondo di ogni ordine economico ci sono sempre gli uomini: con i loro slanci e le loro piccolezze. Nella scatola di un pandoro, insieme al dolce, possiamo trovare anche l'occasione di un'azione che ci soddisfa nel profondo, che ci permette d'immaginare un Natale meno triste per famiglie molto simili alla nostra. Se il mercato è la somma delle nostre scelte e delle nostre preferenze, il mercato è anche questo.

E forse è soprattutto ciò.

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