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Merkel calma le acque: "Anche se mi ritiro la mia influenza rimane"

La Cancelliera parla ai tedeschi e al mondo mentre già si lavora alla sua successione

Merkel calma le acque: "Anche se mi ritiro la mia influenza rimane"

Il giorno dopo l'annuncio choc (anche se in realtà niente affatto inatteso) del suo prossimo ritiro dalla guida della Cdu e in prospettiva dall'attività politica, Angela Merkel tranquillizza quanti si preoccupano di un indebolimento della posizione internazionale della Germania. Questa novità - ha detto rispondendo alla domanda di un giornalista - «non cambierà la mia posizione nei negoziati internazionali e avrò ancora più tempo per concentrarmi sui compiti da Cancelliera».

Non sono un cadavere politico, sono ancora qui, sottolinea la Merkel. Precisazione opportuna, considerato che tutti i giornali tedeschi si dilungano sul tema dell'inizio della fine della Cancelliera e che la battaglia interna per succederle al vertice della Cdu è già cominciata con tanto di annunci di candidature ufficiali. Ed è importante notare che la dichiarazione merkeliana va in due direzioni: una nazionale e una internazionale (il che significa ovviamente anche europea).

A livello nazionale, sono già tre i candidati ufficiali alla presidenza della Cdu, che Angela Merkel detiene da 18 anni, e un quarto sembra pronto a partecipare alla gara. Alla segretaria generale Annegret Kramp-Karrenbauer (per comprensibili ragioni meglio nota come AKK e considerata quasi la delfina della Cancelliera) si contrapporranno nel congresso fissato a dicembre due conservatori dell'ala destra del partito: il 38enne ministro della Sanità Jens Spahn e il più navigato (ha 62 anni) ex capogruppo al Bundestag Friedrich Merz. Quasi certa è, inoltre, la discesa in campo di Armin Laschet, governatore della Renania-Vestfalia. Nessuna di queste figure sembra brillare di una luce particolare, ma anche se al momento è difficile fare previsioni su chi si imporrà alla guida, è logico immaginare una svolta a destra di un partito che in quella direzione ha già subito un'emorragia di consensi fin troppo imponente. come diceva lo storico leader della Csu bavarese negli anni Settanta, «alla nostra destra ci deve essere soltanto un muro».

In ambito europeo, invece, la partita è più complessa. Come prima cosa, una futura nuova leadership della Cdu dovrà confermare il suo sostegno alla candidatura - voluta due mesi fa dalla Merkel - di Manfred Weber alla presidenza della Commissione Europea in quota Ppe. Il bavarese Weber dovrebbe incarnare un ruolo dialogante con i sovranisti come Salvini e Orbàn, ma non è escluso che le strategie vengano rivedute in corsa.

L'annunciato passo indietro della Cancelliera potrebbe invece rappresentare un vantaggio per il presidente francese Emmanuel Macron, secondo pilastro dell'alleanza dei forti che pretende di guidare l'Unione Europea come un club a guida franco-tedesca. Indebolito a livello interno, Macron avrà ora l'occasione di sfruttare la fase di declino finale della partner berlinese per enfatizzare il proprio ruolo di leader e ispiratore di strategie a Bruxelles.

Va anche considerato che sebbene la Cancelliera abbia detto a chiare lettere di non essere interessata a incarichi europei dopo il suo addio alla guida della Cdu, la sua statura è tale che potrebbe trovarsi a rappresentare una soluzione di compromesso per la guida della Commissione qualora dalle elezioni europee del prossimo maggio non scaturisse un maggioranza chiara.

Irrealistico? Diciamo improbabile, ma per politici di questo livello non è davvero mai possibile dire mai.

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