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Merkel dice "ja" al Brennero blindato

La cancelliera tedesca ieri in visita in Turchia per rilanciare il controverso accordo tra Ankara e l'Ue. Poi dà ragione all'Austria: "Chiuda il confine in caso di invasione dall'Italia"

Merkel dice "ja" al Brennero blindato

Se non è un auspicio poco ci manca. Angela Merkel ritiene di grande importanza la crisi del Brennero tra Austria e Italia e fa il tifo per la sua «provincia» tedescofona, l'Austria, che quasi sembra invitare a sbatterci la porta in faccia. «Se l'Italia - dice Der Spiegel citando un discorso della cancelliera pronunciato domenica scorso in un incontro con altri esponenti di Cdu e Csu - lasciasse passare un alto numero di migranti, che a centinaia di migliaia si dirigessero in Germania, allora l'Austria renderà il Brennero insuperabile». Un'affermazione fatta in risposta a una domanda rivoltale da un membro della Csu, Thomas Kreutzer, su cosa accadrebbe se l'Italia per imperizia o necessità si lasciasse invadere dai migranti. «Toccherebbe a Roma registrarli», sarebbe stata l'asciutta risposta della cancelliera. Che poi avrebbe aggiunto di confidare, in caso di (probabile) inadempienza da parte del nostro Paese, nel muro del Brennero. Secondo il quotidiano tedesco, i partecipanti all'incontro sarebbero «rimasti stupiti, perché la cancelliera rifiuta la chiusura della frontiera tedesca e ha criticato il governo di Vienna».

Certo il confine tra una constatazione, un timore e un augurio è labile. Questione di sfumature. Ma sembra proprio che la posizione di Berlino sulla crisi dei migranti sia cambiata radicalmente nelle ultime settimana. E che non potendo contare sull'efficacia dei controlli italiani Angelona caldeggerebbe un pugno di ferro da parte di Vienna per evitare una «triangolazione» dei migranti dentro i confini tedeschi. E si sa che l'accoglienza di Berlino negli ultimi mesi si sia manifestata più nelle parole che nei fatti.

Che al momento la voce immigrazione sia percorsa da una fiammante striscia di evidenziatore sull'agenda della Merkel è chiaro. Ieri la cancelliera Angela è volata in Turchia, a Gaziantep, nell'Anatolia sud-orientale, per ridare un po' di slancio al controverso accordo sui migranti raggiunto il 18 marzo scorso tra l'Ue e Ankara, e di convincere quest'ultima a rispettare tutti gli impegni assunti. La Merkel, accompagnata nella delicata missione dal presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, e dal numero due della Commissione, Frans Timmermans, è stata accolta da un polemico striscione: «Benvenuti in Turchia, il Paese che ospita il maggior numero di rifugiati al mondo».

La delegazione ha visitato il campo di Nizip 2, a ridosso della frontiera con la Siria, dove 5mila persone vivono nei prefabbricati.

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