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Merkel e Hollande al tavolo: la sicurezza è un'emergenza

Oggi faccia a faccia franco-tedesco a Berlino. Per i due leader le decisioni prese dall'Ue sui migranti non sono efficaci né rapide

Merkel e Hollande al tavolo: la sicurezza è un'emergenza

Immigrazione e sicurezza sempre più al centro delle iniziative politiche dei principali Paesi europei. La sempre più numerosa ondata migratoria in arrivo dalla Turchia e dalla Libia, unita ai più recenti episodi di violenza terroristica su suolo europeo costringe i leader a dedicare tempo e attenzione crescenti a questi temi.

Così la prevista missione di oggi del presidente francese a Berlino per affrontare con Angela Merkel e Petro Poroshenko la crisi ucraina si arricchisce di un capitolo bilaterale che è la diretta conseguenza dell'inquietante episodio di violenza avvenuto venerdì sera in Francia a bordo del treno Amsterdam-Parigi: nel pomeriggio François Hollande discuterà a quattr'occhi con la cancelliera tedesca di politica europea in tema di immigrazione e sicurezza. Per i due leader le decisioni prese di recente dall'Ue «non sono sufficienti e abbastanza rapide». In agenda il tema della «armonizzazione ulteriore» delle strategie, compresa quella sull'asilo, e quello delicatissimo della ripartizione delle quote dei migranti tra i vari Paesi europei. Il bilaterale Hollande-Merkel fa seguito a quello di giovedì scorso tra i ministri dell'interno dei due Paesi. Bernard Cazeneuve e Thomas De Maizière si erano incontrati a Berlino dopo che, a Calais, i rappresentanti di Francia e Regno Unito avevano raggiunto un'intesa per risolvere il nodo dell'assedio dei migranti all'ingresso dell'Eurotunnel.

Prima di partire per Berlino, Hollande incontrerà in mattinata all'Eliseo i quattro eroi, ormai divenuti popolarissimi, che venerdì hanno impedito con il loro coraggioso intervento che a bordo di un treno nel cuore dell'Europa si consumasse un assurdo massacro. Si tratta, com'è noto, di tre ventiduenni americani - due dei quali marines in vacanza - e di un turista britannico di 62 anni.

Dalle dichiarazioni di importanti esponenti governativi tedeschi e francesi traspare la preoccupazione per il peso crescente che la questione immigrazione sta assumendo. Se per il vicecancelliere Sigmar Gabriel si tratta della «maggior sfida per la Germania dai tempi della riunificazione», il che «implicherà per noi il dovere di fare molto di più viste le dimensioni numeriche del fenomeno», per il ministro degli Esteri Laurent Fabius è tempo di nuove consapevolezze: «Questa è una crisi considerevole e durerà. Dobbiamo rispondere con solidarietà e fermezza, sapendo che nessuno Stato può risolverla da solo».

La fermezza, secondo il capo del Quai d'Orsay, dovrà essere usata nei confronti dei cosiddetti «migranti economici», ovvero quanti si uniscono ai flussi di profughi da Paesi devastati da guerre come la Siria provenendo invece da nazioni più o meno povere (esempi classici il Marocco o il Bangladesh): per costoro non c'è posto in Europa e vanno rispediti indietro.

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