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Merkel ha imparato la lezione: "Massimo 200mila profughi"

Dopo la batosta elettorale accordo nel centrodestra per fermare l'ascesa della Afd. Ma restano i dissapori

Merkel ha imparato la lezione: "Massimo 200mila profughi"

Berlino - Alla fine Angela Merkel ha ceduto alle pressioni degli alleati bavaresi, impegnando il suo prossimo governo a non accogliere in Germania più di 200mila profughi l'anno. L'intesa ha richiesto oltre dieci ore di trattative fra i cristiano democratici (Cdu) della cancelliera e i cristiano-sociali (Csu) del governatore della Baviera Horst Seehofer. A dividere le due anime del centrodestra era il termine «Obergrenze» (limite massimo). Per Merkel, fissare una Obergrenze per legge è incompatibile con la Costituzione tedesca e con le convenzione di Ginevra sui profughi. Seehofer, dal canto, suo, doveva portare a casa un risultato per sopravvivere: alle elezioni del 24 settembre la sua Csu è stata bastonata più degli altri partiti con un pesante -10,5%. Sono stati dunque gli elettori moderati, passati in massa al partito xenofobo Alternative für Deutschland (AfD), a spingere verso un accordo che sembrava impossibile: alla guida del Land più travolto dall'ondata migratoria in arrivo dall'Ungheria e dall'Austria, Seehofer ha alzato la voce per due anni con Merkel per ottenere un'Obergrenze che lei non ha mai voluto concedere. Uscito dalla porta con un nome, il concetto rientra dalla finestra sotto forma di impegno. «Non fissiamoci sui termini ma sui contenuti», ha spiegato ai giornalisti lo stesso Seehofer nell'annunciare il risultato. Più ironica la Welt che ha titolato: «L'Obergrenze è morta. Viva l'Obergrenze!».

Seppure ottenuta in zona Cesarini, la ricomposizione della frattura permette alla Cdu di affrontare un po' più serena il voto di domenica prossima in Bassa Sassonia. Presentarsi agli elettori senza una politica migratoria chiara equivale a gettare benzina sul fuoco di AfD. E non è certo un caso che uno dei co-leader del partito, Alexander Gauland, abbia definito quota 200mila «arbitraria, troppo alta e sostanzialmente inutile, visto che nessuno verrà fermato alle frontiere». Una critica dal sapore elettorale eppure non priva di fondamento. L'accordo Cdu-Csu non garantisce infatti la Germania dall'arrivo di una nuova ondata di profughi (come accadde a fine 2015) né spiega cosa fare nel caso che la soglia di 200mila ingressi sia raggiunta e superata.

La ricucitura con la Csu mette poi Merkel in condizione di procedere alla formazione del governo di coalizione con Verdi e Liberali. I primi si sono sempre detti contrari all'Obergrenze, che formalmente non è stata adottata; per i secondi, invece, prioritaria è l'adozione di una legge «a punti» per l'immigrazione, sul modello canadese o australiano. E la ricerca di un modello di «migrazione di qualità», riservata cioè a manodopera qualificata, è un altro degli obiettivi annunciati da Merkel e Seehofer. La strada per un accordo di coalizione sembra tuttavia ancora lunga: la settimana prossima l'Unione Cdu-Csu terrà colloqui separati con i Verdi e con i Liberali.

Solo il 20 ottobre i quattro partiti dai tre colori (nero per il centrodestra, giallo per i liberali, e verde per gli ecologisti) dovrebbero sedersi attorno a un tavolo per discutere un programma di governo per il Paese.

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