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"La mia battaglia contro i colpi bassi dell'Anas"

Il caso La Spezia. Il costruttore: ecco come le grandi opere sono boicottate dagli enti pubblici

"La mia battaglia contro i colpi bassi dell'Anas"

Roma Alfonso Toto, presidente della Toto Costruzioni, perché la sua società ha avviato la rescissione unilaterale del contratto per la variante dell'Aurelia a La Spezia?

«La nostra è stata una decisione sofferta e ponderata, che arriva dopo 18 mesi di totale immobilismo. Durante la trattativa ho avuto più volte la sensazione che fossimo solo noi a volere la realizzazione dell'opera. Un esempio: nel dicembre del 2017 avevamo raggiunto un'intesa e il capo compartimento di Anas-Liguria dichiarò pubblicamente che i lavori sarebbero ripresi a breve. Nei mesi successivi, però, quelle posizioni vennero diametralmente modificate».

Perché tempi così lunghi?

«Vorremmo saperlo anche noi. E pensare che una volta tanto su un'opera pubblica non c'è la classica opposizione del territorio».

Cosa intende per «immobilismo» da parte dell'Anas?

«Ha sottovalutato, per anni, i rischi geologici del tracciato. Se avessimo seguito le loro indicazioni, oggi un paesino in provincia di Spezia, Carrozzo, sarebbe oggetto di importanti smottamenti. Dapprima Anas ha negato l'esistenza di questa frana. Poi ha cercato di minimizzare».

Possibile?

«Anas era al corrente della possibilità di futuri problemi, tanto che in sede di approvazione del progetto esecutivo impose all'appaltatore di dichiarare che non c'era certezza sulla esatta natura geologica dei terreni e che nel corso dei lavori sarebbero state adottate le soluzioni più idonee. Come dire, ce ne occuperemo più avanti».

Sulla Variante circolano leggende metropolitane. Come quella del mancato esproprio della villetta in cima ad una collina...

«Quella villetta è stata danneggiata dai lavori per la galleria Felettino 3. L'Anas era informata dei problemi e si è sempre rifiutata di espropriare l'immobile. Eppure, sapeva che il passaggio di una galleria avrebbe causato danni. Ora i proprietari vogliono essere risarciti: si sono rivolti al giudice e questo ha ovviamente fermato i lavori».

Un'altra leggenda che circonda l'opera riguarda Anas e Rfi. È vero che non sono riuscite a siglare un accordo tra loro per un sottopasso ferroviario?

«Altro che leggenda metropolitana! Dal 18 gennaio 2016 sono stati sospesi i lavori della galleria Fornaci 1 perché Anas e Rfi a tutt'oggi non hanno stipulato la convenzione, che è necessaria perché il tracciato è prossimo ad una linea ferroviaria. Eppure le due società sono - o dovrebbero essere - una cosa sola».

Anas sostiene che sia stata Toto Costruzioni a non ottemperare ai propri obblighi.

«Noi abbiamo sviluppato diverse soluzioni progettuali, sin dal primo giorno in cui siamo subentrati nell'appalto. Tuttavia Anas ha sempre respinto le nostre proposte, negando l'esistenza di problemi nelle gallerie e giungendo persino ad avviare procedure di risoluzione contrattuali a nostro danno. Devo tuttavia sottolineare come puntualmente tutti gli eventi per i quali abbiamo proposto soluzioni alternative si siano verificati ed abbiano bloccato l'avanzamento del progetto. A danno di tutti».

È possibile un accordo in extremis che eviti di mettere a rischio un'opera da 120 milioni e 80 posti di lavoro?

«Siamo disponibili ad ogni confronto. Occorre però che tutti gli attori coinvolti prendano atto della reale situazione.

Abbiamo eseguito progetti ben più complessi, ma questo è l'unico appalto di cui la Toto ha chiesto la rescissione».

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