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Atene respinge il ministro austriaco. È ancora scontro aperto sui migranti

Vienna e Austria divise sull'afflusso di rifugiati dalla rotta balcanica. La frattura non si ricompone

Atene respinge il ministro austriaco. È ancora scontro aperto sui migranti

Continua a distanza il duello tra Grecia e Austria, dopo che ieri l'ambasciatore a Vienna è stato richiamato in patria, a seguito della decisione di non invitare i rappresentanti di Atene a un vertice sul tema della migrazione a cui erano presenti invece gli altri Paesi della "rotta balcanica" che seguono i migranti verso il centro Europa.

Il premier Tsipras è stato chiaro nel dire che la Grecia non intende "diventare il Libano d'Europa", obbligato ad accogliere per la sua posizione geografica un gran numero di rifugiati. E oggi anche in Unione Europea qualcosa, almeno a parole, si è mosso, con la Commissione che ha ricordato come "ci siano circa 25mila" migranti sul territorio del Paese e che ogni giorno ne arrivano altri due o tremila.

Il problema principale sollevato da Atene riguardo il tetto al numero di migranti, imposto dall'Austria e che avrà ricadute anche sugli altri Paesi.

Il governo ha nel frattempo scelto di ridurre temporaneamente il numero di collegamenti per le isole, per limitare il numero di arrivi nella Grecia continentale e rifiutato l'invito arrivato da Vienna, pronta a inviare il ministro dell'Interno Johanna Mikl-Leitner per spiegare la posizione sul tema.

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