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Migranti, l'Anpi attacca: "Responsabilità del governo, politica miope e xenofoba"

Carla Nespolo, presidente dell'Associazione nazionale partigiani, afferma che la nuova tragedia in mare è frutto della responsabilità dell'Unione europea e del governo per aver messo in atto la chiusura dei porti

Migranti, l'Anpi attacca: "Responsabilità del governo, politica miope e xenofoba"

Anche l'Anpi, l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, attacca il governo sul tema dei migranti. "La strage in mare di 170 esseri umani è la vergogna del nostro tempo. C'è una gravissima responsabilità della Ue, paralizzata dalle divisioni e dalle polemiche fra i suoi Paesi; c'è una ancor più grave responsabilità del governo italiano, con la sua miope, xenofoba e tragica politica di contrasto all'accoglienza".

A rivolgere le accuse contro l'Europa e soprattutto contro il governo composto da Lega e Movimento 5 Stelle, è Carla Nespolo, presidente nazionale Anpi, in una nota. "Chiudere i porti, ignorare la violenza che ogni giorno avviene in Libia, contrastare la meritoria azione delle Ong, sono le cause di questa, come di altre terribili tragedie del mare. Questi morti gravano sulla coscienza di chi ha voluto o consentito tutto questo. Ancora una volta, con indignazione e dolore, chiediamo che si rispetti la vita e la dignità di tutti. Quei morti bambini, quelle donne e quegli uomini annegati in mare, turbino i sonni dei responsabili di questo sterminio e chiamino a raccolta tutti coloro che vogliono lottare per la difesa della vita e dell'umanità di ogni persona", ha concluso la Nespolo.

E non è la prima volta che l'Anpi attacca le scelte del governo in tema di sicurezza. A novembre, la stessa associazioneattaccò il Dl Sicurezza sempre attraverso la presidente Carla Nespolo. In quell'occasione, la presidente disse: "È davvero incredibile che sia accaduto un fatto simile, che sia stato sferrato un colpo così pesante al diritto di asilo, all'accoglienza, all'integrazione.

A un modello che ha portato ricchezza e convivenza civile a quelle comunità che hanno avuto la responsabilità e il coraggio di sperimentarlo".

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