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Migranti, a Roma il vertice con Ue e Libia per dirottare i barconi su Francia e Spagna

Minniti e Gentiloni con i ministri: controllo delle coste e lotta ai trafficanti

Migranti, a Roma il vertice con Ue e Libia per dirottare i barconi su Francia e Spagna

«Tutti uniti per trovare una soluzione all'immigrazione incontrollata»: è questa la ricetta che il ministro dell'Interno, Marco Minniti, ha messo in campo per riuscire a risolvere il problema che più di tutti sta preoccupando l'Italia. Un'iniziativa che, per sua stessa ammissione, è nata da un'idea «suggerita dal ministro dell'Interno tedesco». Domani saranno, infatti, a Roma, per la riunione del «gruppo di contatto sulla rotta migratoria del Mediterraneo centrale», i ministri dell'Interno di Algeria, Austria, Francia, Germania, Italia, Libia, Malta, Slovenia, Svizzera, Tunisia, nonché il commissario europeo per le migrazioni, gli Affari interni e la cittadinanza, Dimitris Avramopoulos. Nel corso dell'incontro, a cui parteciperà anche il premier Paolo Gentiloni, si parlerà appunto di una possibile collaborazione tra varie Nazioni. C'è grande attesa, soprattutto, per la presenza del primo ministro libico Fayez Al Serraj, considerato figura chiave per quanto riguarda la gestione dei flussi migratori.

«Si tratta di dare stabilità e di avere un approccio permanente alla questione - ha spiegato Minniti -. Noi sappiamo che nel rapporto con l'Africa e nelle capacità di sviluppare un'iniziativa dell'Europa nel Mediterraneo centrale, si gioca un pezzo importante per il futuro non solo dell'Italia, ma anche dell'Europa e da questo punto di vista l'iniziativa può essere assolutamente considerata di primo livello. Il dibattito avverrà quindi con l'obiettivo di concludere questo primo appuntamento con una sorta di dichiarazione di intenti sui temi per affrontare insieme la sfida». Si partirà proponendo strategie quali politiche di cooperazione allo sviluppo, di impegno sociale, di controllo delle frontiere.

Riguardo agli accordi con la Libia, il ministro ha chiarito che sono stati fatti con Al Serraj «perché nessun Paese al mondo può firmare accordi internazionali con attività non riconosciute dalle Nazioni Unite. Sappiamo perfettamente che la lotta contro i trafficanti di uomini è uno strumento importante per la stabilizzazione di quella terra, perché i trafficanti di uomini hanno bisogno di un'istituzione che non sia forte e puntano su illegalità e controllo del territorio. Anche i sindaci e le tribù libici ci hanno espresso la volontà di contribuire a questa lotta».

Le direttrici su cui si opererà saranno tre: il controllo della costa Nord, il contrasto alle bande ai trafficanti di uomini e il monitoraggio dei confini sud della Libia, che oggi è il punto di maggiore tensione per quel che riguarda il flusso migratorio.

Sul tema dell'accoglienza ha chiarito che il nostro «è un Paese accogliente», ricordando la recente legge sui minori non accompagnati e spiegando che chi equipara immigrazione e terrorismo «fa un grande errore. Però, c'è un nesso tra terrorismo e mancata integrazione. Ecco perché abbiamo fatto un patto con l'Islam italiano, siamo andati a Tripoli, Tunisi, e molto altro». Lasciando intendere che ciò che ha fatto «in tre mesi» non è poco. Infine, ha prospettato l'idea di una rilocation dei migranti in altri Paesi. E già si parla di discutere di un possibile «dirottamento» di alcune navi cariche di migranti anche verso le coste della Francia e di altre nazioni. «Bisogna costruire un percorso di solidarietà - ha concluso - e convincere tutti che è giusta. Sono un europeista convinto e per me, questo, è un eccellente punto di partenza. A chi si mette in cammino non direi mai dove si arriverà.

Lo vedremo insieme».

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