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Milano e Torino in corsa per le Olimpiadi 2026. Ma il Coni gioca d'attesa

Presentata la doppia candidatura, in attesa del nuovo governo e delle indicazioni del Cio

Milano e Torino in corsa per le Olimpiadi 2026. Ma il Coni gioca d'attesa

Il primo passo olimpico della «città di Milano/Torino» verso i Giochi invernali del 2026 è stato fatto. Il Coni ha indicato infatti ieri al Cio la candidatura per «ottemperare alla scadenza formale del 31 marzo indicata dal comitato olimpico» e informando di «voler proseguire quella fase di dialogo già avviata nel settembre 2017» dopo l'invito del presidente Bach.

Un'operazione ben studiata nella fase embrionale (Milano candidata con il supporto di Torino) e, pare, ben accolta dal Cio che il 3 aprile dovrebbe comunicare l'elenco delle città che si sono mosse in questa prima fase, definita di «dialogue stage» ovvero di collaborazione tra Coni, la suddetta città e il Comitato olimpico internazionale, per verificare la migliore soluzione che si adatti alle esigenze del paese, considerando quindi «la possibilità, nell'ambito di un progetto unitario, di allargare anche ad altri territori eventuali soluzioni per le differenti competizioni olimpiche». Ciò per abbattere i costi e recuperare impianti presenti, ma da tempo in disuso.

Naturalmente, e questo il Coni lo specifica nel comunicato, si attende il nuovo governo al quale verrà sottoposto «lo studio di fattibilità realizzato a gennaio 2018» su Milano per una valutazione complessiva di costi e benefici dell'operazione. Senza il sostegno istituzionale più importante, la candidatura perderebbe subito la sua forza.

Il presidente Giovanni Malagò resta dunque alla finestra, studiando ogni movimento politico (tutti gli schieramenti negli ultimi tempi, si sono detti a favore del progetto), per non ripetere l'esperienza della candidatura di Roma ai Giochi estivi del 2020 prima, allora bocciata dal premier Mario Monti, e poi quella all'Olimpiade 2024 che fu fermata ancora prima dall'opposizione della sindaca della Capitale Virginia Raggi. All'epoca il movimento pentastellato respinse con fermezza il progetto, temendo la speculazione di alcuni costruttori, ma di fatto evitando qualsiasi tipo di dialogo con il Coni. Oggi la posizione di Grillo e dei suoi è di maggiore apertura: lo dimostra l'atteggiamento della prima cittadina di Torino Chiara Appendino che, come Milano, ha inviato una lettera di manifestazione di interesse al Coni (anche se senza voler costruire compiutamente una candidatura), alla quale ha avuto seguito il consiglio comunale di martedì che ha varato l'associazione «Torino 2026», soggetto senza fini di lucro che valuterà le condizioni di fattibilità dell'eventuale coinvolgimento della città della Mole.

E il Coni, dopo aver pubblicato il comunicato riferito a Milano/Torino, ha ricevuto ieri pomeriggio una lettera dal sindaco di Cortina Ghedina e una dal governatore del Veneto Zaia che mostrano il loro interesse ad entrare nella fase di dialogo dello stesso processo di candidatura con la città dolomitica. Così ha inoltrato correttamente le due lettere al Direttore Generale del Cio, nel comune interesse di identificare lo scenario migliore per il territorio italiano. Una mossa a un passo dalla deadline posta dal Comitato olimpico di Losanna, visto che gli uffici saranno chiusi per la festività elvetica del Venerdì santo e riapriranno solo dopo Pasqua.

In attesa del nuovo governo, si guarda già al congresso del Cio di Buenos Aires del prossimo ottobre.

Se il premier italiano darà l'ok al progetto, possibile che venga modificato l'articolo 33 della Carta olimpica, che prevede l'incompatibilità di candidatura per una sede della sessione Cio: Milano ospiterà, infatti, quella del 2019.

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