Economia

La minaccia nascosta del «bail in» su 217 miliardi di obbligazioni

I dati di Unimpresa: ecco quanti soldi sono potenzialmente a rischio in caso di default

La minaccia nascosta del «bail in» su 217 miliardi di obbligazioni

Roma. La spada di Damocle del bail in minaccia 217 miliardi di euro di obbligazioni bancarie. È quanto rileva il Centro studi Unimpresa basandosi sui dati della Banca d'Italia. La Brrd, la direttiva europea sulla risoluzione delle crisi bancarie recepita per decreto in Italia e operativa dal primo gennaio, prevede infatti che, in caso di amministrazione straordinaria di un istituto, il salvataggio debba essere compiuto attraverso il coinvolgimento in primo luogo degli azionisti e successivamente dei detentori di strumenti finanziari nonché dei correntisti oltre i 100mila euro.

La triste esperienza di coloro che hanno sottoscritto le obbligazioni subordinate di Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti potrebbe non essere l'unica. Mentre per i quattro istituti ci si è fermati ad azioni e bond subordinati, in altri casi potrebbe essere necessario il coinvolgimento di altre categorie di titoli, come le obbligazioni ordinarie. Queste ultime possono essere azzerate o convertite in capitale (cioè in azioni) e nel caso danneggerebbero una platea potenzialmente più ampia di quanto accaduto a fine novembre. I titoli a cedola fissa o variabile hanno rappresentato fino a un paio d'anni fa uno dei principali strumenti di raccolta per il sistema bancario italiano. A oggi la loro incidenza sul totale delle masse amministrate supera il 20% con punte del 30 negli istituti più piccoli. Dai 381,9 miliardi di fine 2012 si è però passati ai 216,9 miliardi di settembre 2015 soprattutto per effetto del quantitative easing della Bce che, immettendo liquidità a tasso zero sul mercato, ha reso meno remunerativo il vecchio canale di raccolta.

Per i risparmiatori, tuttavia, il rischio è reale ancorché la salute del sistema finanziario italiano non sia cagionevole. Le obbligazioni ordinarie, infatti, non sono garantite cioè, non prevedono la segregazione di una parte del patrimonio della banca finalizzata al loro rimborso, a differenza di quanto previsto per i covered bond (inattaccabili dal bail in). Un'ipotetica crisi di fiducia nella solidità delle banche italiane ha indotto il noto economista Luigi Zingales a invocare una moratoria sul bail in dalle colonne del Sole 24 Ore qualche giorno fa.

Non a caso l'appello del convinto europeista ha suscitato parecchio clamore tra gli addetti ai lavori.GDeF

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