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Il ministro leghista Fontana: "Alleanza identitaria per influenzare il Ppe a Strasburgo"

Il ministro Fontana ha rilanciato un'alleanza identitaria in funzione delle prossime elezioni europee. Poi la stoccata all'Onu: "Pensiamo a una riforma"

Il ministro leghista Fontana: "Alleanza identitaria per influenzare il Ppe a Strasburgo"

Il ministro Lorenzo Fontana a tutto campo sulle prossime elezioni europee. Attraverso un'intervista rilasciata all'HuffPost, l'esponente politico leghista ha voluto tracciare la strada da seguire per un'altra, imminente, contesa elettorale. Quella che dovrebbe veder contrapposte le "forze populiste" alle formazioni unioneuropeiste.

La riflessione iniziale è tutta dedicata all'esito della competizione svedese: "Il buon risultato dei Democratici svedesi è un segnale molto importante. A partire da ottobre - ha sottolineato il ministro per la Famiglia e per le Disabilità - avvieremo tavoli di lavoro con le altre forze identitarie europee per costruire insieme una piattaforma per le elezioni di maggio. Obiettivo realistico: diventare il secondo gruppo a Strasburgo e condizionare così le scelte del Parlamento europeo, magari costruendo una maggioranza con il Ppe per impedire che ce ne sia un'altra consociativa tra Popolari e socialisti".

La novità sarebbe quindi rappresentata dalla costituzione di un vero e proprio fronte sovranista, accomunato in nome delle critiche mosse nei confronti dell'Ue. Uno degli alleati potrebbe essere Viktor Orban, che per ora rimane collocato all'interno del Ppe: lo stesso Fontana ha ammesso che l'obiettivo non può che essere quello di arrivare secondi, dietro alla grande famiglia popolare europea.

"Sovranista", poi, è una definizione che non è sembrata andare a genio al capo di dicastero del governo presieduto dal professor Conte: "A me piace chiamarla 'identitaria' - ha specificato Fontana - . Anche nelle elezioni in Svezia - ha continuato - c'è un trend importante da sottolineare: a Stoccolma gli identitari aumentano i voti soprattutto nelle periferie, dove i socialdemocratici perdono di più. Anche lì come in altre elezioni, è successo anche per la Brexit in Gran Bretagna, le aree urbane si confermano schierate con le elite e i socialdemocratici, mentre nelle periferie e nelle campagne aumentano i partiti cosiddetti populisti".

La contrapposizione, insomma, sarebbe tra popolo ed élite, così com'è solito ripetere lo stesso ministro Matteo Salvini.

I punti toccati per il tramite dell'intervista sono molti: dall'adesione della Lega al movimento promosso da Steve Bannon, alle difficoltà dei "populisti" di attecchire nelle realtà cittadine, dalla possibilità di mettere in piedi un'allenza con il MoVimento 5 Stelle anche per le elezioni europee alla presunta "propaganda" che l'Onu starebbe promuovendo nei confronti delle politiche sull'immigrazione promosse dall'esecutivo gialloverde.

Tanto da arrivare a parlare di una vera e propria riforma dell'ente sovranazionale: "Penso - ha chiosato il ministro - che dovremmo parlare con altri Stati e pensare a una riforma dell'Onu. Non pensavo che con tutti i problemi delle minoranze nel mondo, il problema fosse in Italia.

Mi chiedo se quella dell'Onu sia verità o propaganda e mi viene il sospetto si tratti di propaganda", ha concluso.

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