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Il ministro Giannini contestata alla festa dell'Unità di Bologna. Annullato il dibattito

Dopo 20 minuti di dura contestazione è stato annullato il dibattito con il ministro dell’istruzione a Bologna

Il ministro Giannini contestata alla festa dell'Unità di Bologna. Annullato il dibattito

Sono andate avanti venti minuti le contestazioni contro il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini. E sembravano non finire mai. Così, alla fine, il dibattito in programma alla festa dell'Unità di Bologna è stato annullato. Questo nonostante i ripetuti appelli al dialogo da parte degli organizzatori. Ma i manifestanti non hanno sentito ragioni, continuando la loro rumorosa protesta, armati di pentole e cucchiai.

I disordini sono iniziati quando una cinquantina di persone, tra insegnanti, studenti e genitori, sono entrati all’interno del tendone e al grido di "vergogna, vergogna" hanno interrotto l’iniziativa. Non sono mancati i toni alti ed un paio di manifestanti sono stati portati fuori dalla struttura, per cercare di riportare la calma, ma il clima ormai era molto teso.

Il ministro prima ha cercato di parlare con un docente precario che, salito sul palco, ha criticato la riforma e l’ipotesi di un concorso, poi ha deciso di lasciare il Parco della Montagnola, rinunciando all’appuntamento. "Ho ascoltato", ha detto ai cronisti mentre se ne andava e a chi le chiedeva se fosse amareggiata, ha risposto alzando le spalle.

A cercare di ribattere alle contestazioni è stata la parlamentare del Pd Francesca Puglisi, che ha ricordato come il governo abbia promosso "la più grande stabilizzazione dei precari della scuola".

"Quod non fecit Gelmini, fecit Giannini", è la frase che si leggeva su uno dei cartelli mostrati dai contestatori tra cui genitori, insegnanti, precari, giovani e studenti.

"Noi con il mondo della scuola abbiamo parlato - dice il ministro - questo non è il mondo della scuola. Sulle critiche circa i provvedimenti "calati dell’alto", come sostenevano i contestatori, Giannini ha detto che si tratta di "un falso storico, perché noi abbiamo fatto la consultazione".

Lasciando il dibattito, ed entrando in auto il ministro ha aggiunto "io ho ascoltato, ho una certa cultura del rispetto".

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