Politica

"Minuto di silenzio per le vittime" E dai banchi del Pd c'è chi grida no

Proposta della Boldrini accolta con fastidio. L'ora era tarda...

"Minuto di silenzio per le vittime" E dai banchi del Pd c'è chi grida no

Se la domenica è dedicata al Signore, di shabbat il buon ebreo non tocca soldi, il venerdì è lo yawm al-jum indirizzato ad Allah, non toccate il giovedì sera al parlamentare italiano. È un momento sacro: quello del fuggi-fuggi generale. Treni, aerei, taxi, palestre, cene rilassanti, appuntamenti galanti: gli eletti dal popolo (non unti dal Signore) annoverano questo rito tra i più cari.

È accaduto l'altra sera, giornata pesante e tesa, dopo l'attentato di Londra. Alla Camera si converte in legge il decreto pro-terremotati. Battute finali faticosamente raggiunte destreggiandosi tra emendamenti, codicilli e pareri negativi. L'aula, non certo stracolma, freme. È giovedì sera. Presto, fate presto. La sottosegretaria per l'Economia Paola De Micheli, poco prima del voto finale, chiede ancora alla presidente Boldrini di parlare. Brusii d'insofferenza: «Vi ho ascoltato con grande attenzione per tre settimane, vi chiedo 25 secondi...», pietisce. Il tempo stringe. Alle 19,38 la Boldrini, non certo la più amata da queste parti, interrompe ancora. Commemoriamo i fatti di Londra, dice. Il brusio cresce, soprattutto dalla parte di sinistra dell'emiciclo. Lei si dilunga, il malumore avanza. Alla fine del pistolotto, la Boldrini cerca la solennità: «E ora, vi prego, un minuto di silenzio...». Il «Nooo» che sale dai banchi del Pd, una decina di voci, raggela la presidenza come quello di Fantozzi davanti alla Corazzata Potemkin. Ma Boldrini non demorde, fa mettere agli atti l'avvenuto cordoglio. Chi c'era, giura che la proposta è caduta in un imbarazzato nulla: chiusa la votazione e le procedure, l'assemblea s'è felicemente sciolta. Dando ragione a Matteo Renzi quando, a simbolo della nuova politica del Lingotto, ha fatto assurgere il «trolley».

Ai precari della politica non serve altro.

Commenti