Politica

"Il mio Pd deve staccare la spina a Crocetta"

Parla il renziano Fabrizio Ferrandelli che vuole far cadere il governo del presidente della Sicilia

Il Presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta
Il Presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta

"Mesi fa scrissi una lettera al segretario regionale del Pd con la richiesta di chiudere l’esperienza di Crocetta. Diedi anche le mie dimissioni ma per far cadere il governo regionale ne servono 46 e così ho presentato la mozione di sfiducia dove c’è un’accurata disamina dei fallimenti della sua giunta". Il renziano Fabrizio Ferrandelli, in un lungo colloquio telefonico con ilgiornale.it, racconta come sta cercando di mandare a casa il governatore che finora è sostenuto dal Pd, dalla sua lista Il Megafono e da un gruppo di fuoriusciti del centrodestra.

Il Pd sabato si è riunito per decidere la sorte di Crocetta. A quale conclusione è arrivato?

Nella direzione regionale del Pd di sabato si è rinviato tutto all’assemblea che si terrà a luglio ma ho avuto la consapevolezza che la mia posizione non è più isolata. Non ho, tra l’altro, capito la presenza di Crocetta che anzi ho ritenuto inopportuna.

C’è la possibilità che la sua mozione passi?

Ad oggi, a parte i Cinquestelle e l’opposizione, mancano le firme dei miei colleghi del Pd che deciderà a luglio. Se non saranno d’accordo con me ritirerò la mozione perché sarebbe velleitario presentarla.

Anche la Borsellino ha lasciato Crocetta. Perché lo abbandonano tutti?

Nell’ultima settimana si sono dimessi tre assessori, 36 totali in 31 mesi e non è escluso che ve ne siano altri. Abbiamo iniziato con Battiato e Zichici, personalità simbolo del cambiamento che volevamo imporre alla Sicilia ma Crocetta ha intrattenuto rapporti schizzofrenici con gli alleati e sia già al terzo rimpasto. I continui cambi negli assessorati hanno portato a una frammentazione dell’azione di governo perché quando si cambiano sempre gli interlocutori si creano inevitabilmente dei problemi.

Quali sono le mancanze che lei attribuisce al governo di Crocetta?

Sono molti gli appuntamenti mancati. Non abbiamo ancora una legge sulle province, non c’è un piano sulla raccolta differenziata e sulle infrastrutture come dimostra il crollo sulla Palermo-Catania. Il debito regionale certificato dalla Corte dei Conti è di un miliardo di euro, non è colpa di Crocetta ma con lui è rimasto sostanzialmente invariato perché le società partecipate non state dismesse e si è continuato ad accendere nuovi mutui. Poi, si, è vero che da Roma devono ancora arrivare 360 milioni ma il vero problema è come verranno speso gli 1,7 milioni di euro di fondi europe in scadenza al 31 dicembre e per i quali non si sono fatti ancora dei progetti. Il mio è un giudizio politico, ho 34 anni e penso alla Sicilia dei prossimi 20. Ci vuole una nuova classe politica che non navighi a vista.

Chi sono i coraggiosi? La versione renziana dei rottamatori?

I coraggiosi potrebbero anche ripercorrere la rottamazione fatta da Renzi che si è fermata a Reggio Calabria. Siamo una voce fuori dal coro e vogliamo rappresentare quella parte di società che ci chiede di cambiare.

Alcuni maligni dicono che voi renziani volete approfittarvi del consenso del premier per sostituire Crocetta con il sottosegretario Davide Faraone. Lo conferma?

Sicuramente Renzi è una grande risorsa ma a livello locale non si va a traino. In Sicilia non esistono più roccaforti e anche i signori delle tessere perdono come dimostrano i casi di Gela ed Enna. Il prossimo candidato sarà scelto con le primarie ma non penso che Crocetta potrà ripresentarsi. Se questo Pd vuole vincere e convincere si deve fare mea culpa, sostituire questa classe dirigente e staccare la spina a questo governo. Alla paura si deve far prevalere il coraggio. Se si vota tra un anno e mezzo il Pd avrà numeri da prefisso telefonico, gli elettori lo hanno detto chiaro a Gela, la città di Crocetta.

Ma anche stamattina il governatore ha rilanciato la sua azione di governo. Non crede che sia più prudente proseguire con lui che rischiare di lasciare la Sicilia ai grillini?

Quella di Crocetta è l’ennesima balla raccontata ai siciliani. I Cinquestelle non hanno nulla da insegnarci e noi non abbiamo lezioni da prendere. Chi ha paura di perdere ha già perso.

Lo dico con le parole di Maradona: i calci di rigore li sbaglia chi non li tira.

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