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Miracolo a Durango: cade un jet, tutti salvi

Il vento fa inclinare l'aereo al decollo: in 103 illesi per l'abile manovra del pilota

Miracolo a Durango: cade un jet, tutti salvi

Lo hanno ribattezzato el milagro de Durango, cioè il miracolo della città che ispirò centinaia di western e pure una bella canzone di Bob Dylan poi tradotta in modo impareggiabile da De André. E in effetti che un aereo precipiti, diventi una carcassa ma non muoia nessuno è una rarità al punto che uno dei pochi precedenti in tal senso quello dell'Airbus A320 della US Airways finito nel fiume Hudson a New York è diventato persino un film diretto dal mitico Clint Eastwood e con Tom Hanks nei panni del pilota eroe. L'altro ieri è successo di nuovo a Durango, città degli assalti alle diligenze nonché capitale dell'omonimo stato. Non è dunque detto che ne esca un film in stile hollywoodiano anche se, per una volta, ci sarebbe da parlar bene del Messico.

Tre e mezzo del pomeriggio e dal locale aeroporto internazionale Guadalupe Victoria era appena decollato l'AM2431, questa la sigla del volo, un Embraer 190 di Aeroméxico con a bordo 99 passeggeri e 4 membri dell'equipaggio. Una violenta raffica di vento questa la prima ipotesi suffragata dal governatore locale (in Messico i politici mettono becco su tutto, anche sulle cause dei disastri aerei) ha fatto inclinare in fase di decollo il volo diretto verso la capitale Città del Messico. A quel punto con una manovra più che brillante, il capitano Carlos Galván Meyran che pilotava l'aeromobile è riuscito a farlo atterrare in un campo ricco di sterpaglie e con un terreno morbido e senza massi, dopo che l'ala sinistra aveva toccato terra.

Grazie alla rapidità dei soccorsi giunti in loco tutti stanno bene, compreso il pilota, il più malconcio ma, comunque, non in pericolo di vita. Jaquelín Flores, una delle passeggere, non esita a descrivere l'accaduto semplicemente come «suerte» (in italiano sarebbe «culo»). In effetti il fatto che l'Embraer si sia letteralmente «aperto» in prossimità della fila 10 pur mantenendo una posizione orizzontale della fusoliera ha consentito a chi come lei stava tra i primi posti di potere scendere prima che divampassero le fiamme a bordo, trasformando in carcassa l'aeronave. Sta di fatto che oggi tutti i 99 passeggeri stanno bene, anche se 49 di loro sono stati controllati dal personale del vicino ospedale statale, accorso a tempo di record sul luogo dell'incidente insieme ai pompieri.

Di fronte ai titoli dei principali media messicani, i soliti rompiscatole che popolano il mondo dei social sono subito saltati su a dire: no, non c'è nessun Dio, nessun miracolo, perché i veri eroi sono i 4 membri dell'equipaggio che grazie all'addestramento sono riusciti ad evitare il morto. Altri ancora, forse colpiti da sindrome da #metoo preventiva, hanno usato le foto che ritraevano le due bravissime hostess mentre aiutavano i passeggeri nel campo dell'atterraggio di fortuna, per ammonire: «La prossima volta che le incontri a bordo rispettale».

Al di là delle banalità social, è indubbio che insieme all'abilità del pilota sia stato fondamentale anche il già citato «fattore suerte» per evitare, ad esempio, che scoppiasse l'incendio (di fatto poi divampato) prima della totale evacuazione dei passeggeri.

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