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"Miracolo sfiorato". La Meloni funziona solo nella Capitale

Delusione per il ballottaggio mancato La presidente sfonda nella sua città portando Fratelli d'Italia al 12,9%. Nel resto del Paese però le cifre sono modeste

"Miracolo sfiorato". La Meloni funziona solo nella Capitale

La Meloni vola ma non abbastanza per conquistare il Campidoglio. L'infaticabile Giorgia è arrivata «a sfiorare il miracolo» come lei stessa lo ha definito. E non si può darle torto perché il suo risultato a Roma, 265.736 sudatissimi voti, non possono non essere considerati un successo anche se non è arrivata al ballottaggio. Quindi la Meloni «vince» ma non basta per arrivare al governo, neppure alle amministrative. La sua infatti è una vittoria strettamente personale che l'ex ragazza della Garbatella si è guadagnata con le unghie e con i denti grazie ad una abbondante dotazione di quella che a Roma si chiama «tigna», nel senso di testardaggine. Una candidatura giocata contro tutti quelli che la volevano tenere a casa anche perché era «pure» incinta. A quanto pare la gravidanza non è stata un peso tale da impedire il volo della Meloni. Anzi ne ha esaltato la grinta portandola a incassare 34.122 preferenze personali come candidato sindaco, portando al raddoppio i voti della lista Fratelli d'Italia dal 5,9% delle Comunali del 2013 al 12,9% della lista in queste elezioni. Ma se Giorgia vola non altrettanto di può dire di Fratelli d'Italia che lungo la Penisola non riserva le stesse sorprese in positivo. A parte qualche rara eccezione le percentuali di Fdi restano tutte tra l'1 e mezzo e il 2 e mezzo per cento: 1,46 a Torino; 2,42 a Milano; 1,27 a Napoli. Con l'eccezione di Grosseto dove Fdi arriva al 7,87%.

Da registrare anche lo scarso risultato della lista leghista di appoggio alla Meloni, Noi con Salvini, che incassa a Roma solo il 2,71. A confermare che la Lega resta leader ma soltanto al Nord. Fa meglio la Lista civica Noi con Giorgia che raggiunge il 3,4 per cento.

L'analisi del voto nei Municipi romani rivela che la Meloni ha altre e inaspettate frecce al suo arco come quella di piacere in centro e in periferia visto che registra ottime percentuali in tutti i Municipi con un particolare successo nel V e nel VI, Tor Sapienza e Centocelle -Pigneto, ma con un ottimo quasi 18 per cento anche in centro.

Ma che cosa farà ora la Meloni dei suoi voti? «Al ballottaggio non daremo indicazioni - puntualizza subito - Certo la candidata M5S non è scevra da un certo populismo e non ci metterei la mia faccia ma non potrei mai dare indicazioni di voto per un candidato di Renzi. L'idea che mi sono fatta in questa campagna è di pressapochismo».

È ancora arrabbiata «per la scelta incomprensibile di Berlusconi di appoggiare Marchini» tanto da ipotizzare che sia «dettata dal dolo per aiutare il candidato di Renzi». Una volta archiviata la rabbia per essere arrivata a un soffio dal ballottaggio senza avercela fatta la Meloni dovrà gestire con accuratezza il patrimonio di consensi e popolarità che è riuscita a guadagnarsi in questa campagna elettorale. Patrimonio stimato con precisione dal coordinatore di Fdi Giovanni Donzelli. «Grazie a Giorgia Meloni FdI raggiunge da solo il 6,27 dei consensi nelle realtà in cui si è votato - dice Donzelli - Un dato a cui va sommato il risultato delle liste civiche di nostra diretta espressione e che portano il partito al 7,94%».

Ma visto che da soli non si va da nessuna parte e che i risultati di Milano confermano che il centrodestra centra l'obiettivo quando è unito la strada da percorrere sembrerebbe una sola.

E la Meloni si dice pronta a condividere «un progetto politico credibile» con e nel centrodestra anche se, aggiunge tornando a punzecchiare «la prima regola sarà: non dobbiamo stare insieme per forza».

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