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Missione Minniti: cambiare Triton. Ma l'Ue frena pure sul codice Ong

Il ministro del'Interno minaccia il ritiro delle navi dal contingente europeo. Oggi il vertice a Varsavia, trattative in salita

Missione Minniti: cambiare Triton. Ma l'Ue frena pure sul codice Ong

Roma - Sull'emergenza immigrazione continua il braccio di ferro con l'Europa di Marco Minniti, dopo il magro bottino ottenuto negli scorsi incontri con i partner Ue al Consiglio europeo e a Tallin. Oggi il ministro dell'Interno dovrà mostrare di nuovo i muscoli al vertice di Varsavia, sede di Frontex, dove vorrebbe rinegoziare con gli altri Stati l'operazione Triton, che prevede il salvataggio dei migranti nel Mediterraneo e l'obbligo per il nostro Paese di occuparsi di loro anche se arrivano a bordo di navi straniere. Ma la linea dura del governo si scontra con la frenata imposta dalla commissione europea pure sul codice di condotta delle Ong. La commissione vuole che l'Italia consulti le organizzazioni umanitarie prima di adottare le nuove regole, per poi procedere a una «approfondita analisi legale del testo». I tempi, dunque, potrebbero allungarsi rispetto alla scadenza originariamente prevista entro la fine di luglio. E nel frattempo tutto resterà come prima.

Triton, partita tre anni fa in accordo con le autorità italiane, si è rivelata un boomerang per il nostro Paese - che tra l'altro la guida, come ieri fonti comunitarie hanno voluto rimarcare - al punto che adesso Minniti ha intenzione di minacciare il ritiro dell'Italia dalla missione se non verranno cambiate le regole dell'accordo e se gli altri Stati non offriranno realmente il loro contributo. La strada è tutta in salita, ma il ministro è determinato a portare a casa qualche risultato per interrompere gli sbarchi di massa sulle nostre coste. Quello che vorrebbe ottenere dai rappresentanti degli altri governi partecipanti a Frontex è una diversa pianificazione dello schieramento delle navi nel Mediterraneo e della loro distribuzione nei porti, ma anche i trasferimenti forzati negli altri Paesi Ue dei richiedenti asilo sbarcati dalle imbarcazioni delle organizzazioni non governative.

L'idea è quella di costringere i Paesi che finanziano le Ong a farsi carico anche dell'accoglienza dei migranti fotosegnalati in Italia: dopo le normali procedure di soccorso, i profughi dovranno essere trasferiti in aereo nei paesi di origine delle navi che li hanno sbarcati sulle nostre coste. Minniti vorrebbe insistere anche sulla regionalizzazione dei soccorsi, provando ad ottenere aperture finora negate sulla possibilità che i migranti possano essere accompagnati anche in altri porti del Mediterraneo, anche se Francia e Spagna finora hanno detto no.

Mentre la politica discute sulla possibilità di rivedere Triton, sul fronte operativo si registra un'importante novità con l'imminente arrivo del pattugliatore della Guardia di Finanza che monitorerà il tratto di mare davanti alla Libia, di supporto alla Guardia costiera locale, per tenere sotto controllo l'attività delle Ong e cercare di rallentare le partenze dei barconi carichi di disperati.

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