Cronache

Misteri della fede. La Chiesa ritrova gli ex voto perduti

Spariti dalle cappelle, sono finiti nella collezione Cefis. E nascondono anche troppi segreti

Misteri della fede. La Chiesa ritrova gli ex voto perduti

Milano Un collezionista di origine friulana con il pallino dei dipinti ex voto, dotato di una notevole capacità di acquisto, ma anche piuttosto «disinvolto» nell'accumulare opere d'arte. Al punto da non disdegnare, per questa sua passione, anche mercatini di terza categoria e frequentazioni non proprio specchiate. Sono in molti a non sapere che l'ex numero uno di Montedison, Eugenio Cefis (morto a Lugano nel 2004 a 82 anni) ha dedicato la sua vita oltre che al lavoro anche alla collezione di ex voto provenienti da tutto il mondo. È vero: come ci ha tenuto a sottolineare ieri mattina in una sala dell'Arcidiocesi meneghina il colonnello Alberto Deregibus, vice comandante dei carabinieri tutela patrimonio culturale, i dipinti ex voto non sono oggetti di alto livello artistico, hanno un valore ordinario (anche se ce ne sono alcuni, risalenti al '400, davvero molto preziosi e quindi ricercatissimi), tuttavia il loro recupero per i militari dell'Arma è forse anche più importante di quello di alcuni capolavori «perché sono opere devozionali, importanti per la comunità che li ha prodotti e ne raccontano la storia».

L'indagine condotta a partire dal 2015 dai carabinieri del nucleo tutela culturale di Monza è partita da un controllo casuale con successivo sequestro in una piccola mostra milanese e in quattro anni ha portato alla luce oltre seimila ex voto spariti da chiese e canoniche italiane e straniere ma soprattutto da santuari Mariani, tutti appartenenti all'immensa collezione di Cefis e in parte da lui stesso donati a due musei, uno a Pallanza (Verbania) e uno a Milano.

Poiché nel frattempo il collezionista è passato a miglior vita e quindi non è più perseguibile dal punto di vista giudiziario, era giunto quindi il momento di «fare pace» con la Chiesa. E come, se non restituendo agli enti ecclesiastici di appartenenza cinquemila di questi dipinti ex voto sottratti tra il 1960 e il 1970.

Così ieri alla presenza di monsignor Corrado Sanguineti, vescovo di Pavia e delegato episcopale per la Conferenza regionale per i beni culturali, il colonnello Deregibus e il comandante del nucleo tutela beni culturali di Monza, maggiore Francesco Provenza, hanno restituito materialmente circa 400 ex voto al padre priore del santuario campano di Madonna dell'Arco. Il religioso ha spiegato che i muri del santuario, che non è affrescato proprio per «ospitare» i dipinti ex voto, sono completamente spogli da anni e che questa riconsegna di opere d'arte darà nuovamente lustro al luogo di culto così caro ai napoletani.

«Lo sappiamo, le opere d'arte dovrebbero essere maggiormente tutelate - ha sottolineato commosso il padre - ma le chiese sono e resteranno sempre luoghi aperti, i fedeli devono potercisi recare in ogni momento se hanno necessità di un conforto»

Delle opere recuperate, 594 sono risultate di provenienza messicana e, dopo essere state riconosciute dalle autorità competenti come appartenenti al patrimonio culturale, sono state restituite dal ministro per i Beni e le attività culturali, Alberto Bonisoli, alla segretaria di cultura del Messico, Alejandra Frausto Guerrero, nel corso di una cerimonia che si è tenuta il 6 marzo.

Preziosissima, come sempre per i carabinieri della tutela patrimonio culturale, la loro banca dati dei beni sottratti illecitamente.

La sua origine, risalente al 1980, la qualifica come prima banca dati del settore ed è tuttora unanimemente riconosciuta essere il database dedicato più ampio esistente al mondo.

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