Strage di Las Vegas

Ma il mitra non è un'arma di difesa

Ma il mitra non è un'arma di difesa

La quantità di armi che il mostro di Las Vegas Paddock (persino il nome ripugna) aveva accumulato è talmente paradossale da essere materia di sorpresa anche nell'America che ora si descrive come il paradiso dei pistoleros (personalmente non ne ho mai incontrato uno). L'America, improvvisamente, nella maggior parte dei commenti, ha perso il suo connotato di Paese democratico e generoso, per diventare solo violento, dominato dalla legge che consente ai cittadini di fornirsi a piacimento di armi, e poi di perpetrare stragi. E c'è del vero: il 66% di tutte le uccisioni di massa da armi da fuoco sulle 119 in 30 anni, dall'83 al 2013, sono americane, e dispiace.

È un tema delicato: le armi non sparano da sole, ma è assurdo farne un problema di massa, una questione culturale dilagante. Le armi sono brutte, ma non si accumulano da sole nelle mani dei pazzi. Come mai la sicurezza non funziona, dato che le armi sono liberamente in vendita? Questo non c'entra col diritto ad acquistarle, ma con le informazioni su chi le compra, il compito in più che questo impone e oggi con l'incapacità dello Stato a garantire la sicurezza nonostante le rumorose sirene della polizia, che arriva sempre in massa. Ma visto che l'assassino ha attraversato la hall portando con sé 23 fucili e molte casse di munizioni, oltre a strane provviste di prodotti chimici ed esplosivo, è sconcertante che nessuno se ne sia accorto. Inoltre le leggi che consentono il possesso sono molto confuse e differenziate a seconda degli stati: quante e che armi, quante mitragliette, posso comprare un carro armato, una bomba atomica per difesa personale? Direi di no! Per la difesa personale non servono neanche armi automatiche che irrorano le vittime lontanissime; le altre sparano al massimo a qualche metro di distanze, quindi occorre distinguere fra arma e arma e fra compratore e compratore: non tutti sono animati da equilibrio e da spirito di giustizia alla Clint Eastwood.

In Israele, che è un Paese dove i militari si portano a casa i fucili, non c'è memoria che si mettano a sparare sulla folla. In loro l'elemento difesa, e non attacco sconsiderato è sviluppato da una cultura pervasiva e condivisa. E chi non è soldato in licenza, trova parecchie difficoltà a detenere un'arma: devi avere oltre i 21 anni, essere almeno da tre residente e senza macchia, devi passare esami fisici e mentali e fornire una buona ragione per la richiesta, le armi devono essere ordinate attraverso un negozio con la licenza, e si riceve un patrimonio di 50 proiettili rinnovabili solo quando gli altri siano esauriti. Cambiare la legge in America è molto difficile, ma non perché l'America è cattiva: solo, non sa dove mettere le mani. Eppure anche se Trump ancora non si espone, sembra proprio che stavolta debba arrendersi.

Il guaio è gigantesco.

Commenti