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Mogherini soccorre il regime di Castro

"Con l'Avana discutiamo di tutto, come amici e senza tabù". Ma non parla di diritti

Mogherini soccorre il regime di Castro

Cuba e l'Unione Europea hanno firmato il primo accordo «politico e di cooperazione», che abbonda di roboanti dichiarazioni sul rispetto dei diritti umani e della democrazia. Peccato che il regime comunista dell'isola ribelle sia ben lontano dal rispetto di questi principi. Amnesty international ha denunciato che a Cuba «continuano a esserci forti restrizioni della libertà di espressione, associazione e circolazione. E migliaia di casi di molestie e detenzioni arbitrarie nei confronti di persone critiche con il governo».

Denunce che non fanno presa su Federica Mogherini, Alto rappresentante della politica estera europea, che ieri ha firmato a Bruxelles l'accordo con Cuba. E aggiunto che con il regime orfano di Fidel Castro «discutiamo di tutto, come amici, senza tabù e con un approccio costruttivo». Il punto è che gli articoli dell'accordo su democrazia e diritti umani sono irreali a Cuba. Per non parlare della beffa della «cooperazione» con un Paese che ha ucciso migliaia di oppositori che «includerà lo scambio di esperienze sulla protezione dei diritti umani». Non solo: il rischio è che sul banco degli imputati finiscano proprio i Paesi europei. Non a caso il ministro degli Esteri, Bruno Rodriguez Parrilla, firmatario per il regime castrista, ha subito dichiarato che «Cuba si sente orgogliosa di come agisce» in materia di rispetto dei diritti umani. E ha messo le mani avanti: «Il cammino che ci ha portato fino a questo accordo è quello del rispetto assoluto, la non ingerenza negli affari interni e la reciprocità». Poi ha spiegato cosa intende per reciprocità: «Abbiamo avuto l'opportunità () di esprimere le profonde preoccupazioni di Cuba in relazione all'esercizio dei diritti umani per tutte le persone in Europa e anche negli Usa». In pratica siamo noi i cattivoni rispetto ai bravi e buoni seguaci di Castro.

Non a caso nell'accordo è stato siglato un capitolo migranti che ribadisce «il rispetto dei diritti, un trattamento giusto, l'integrazione e misure contro il razzismo e la xenofobia». Tutti principi giustissimi, che però saranno utilizzati come arma a doppio taglio dal regime cubano nei confronti dei Paesi europei che vogliono fermare le ondate migratorie. La beffa è che da Cuba sono scappati oltre un milione di cubani a causa del comunismo.

Un capolavoro autolesionista della renziana Mogherini, che ribadisce il salvagente economico lanciato a Cuba. L'Ue è pronta a cooperare con «le imprese, il settore degli investimenti, la scienza, la tecnologia, l'educazione, la cultura, il turismo». Un salvagente lanciato al momento giusto, prima dell'insediamento del nuovo presidente americano, Donald Trump, che ha detto di voler riconsiderare le apertura di Barack Obama chiedendo all'Avana maggiori concessioni su libertà, diritti umani e democrazia.

Mogherini, la nuova paladina del regime castrista, ha garantito che «gli sviluppi a Washington non avranno conseguenze sulle relazioni tra l' Ue e Cuba».

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