Cronache

Mogli (povere) in rivolta: "Così torneremo schiave"

Allarme dal Forum delle associazioni familiari: "Il coniuge debole subirà i soprusi di quello forte"

Mogli (povere) in rivolta: "Così torneremo schiave"

Ma perché, da ieri, tutti i mariti guardano la moglie con un ghigno di malefica soddisfazione? Come a sottendere: cara la mia strega, la pacchia è finita! Dove per «pacchia» si intende quella specie di «vitalizio» di mantenimento che finora lui versava a lei (rarissimi i casi contrari) per continuare a garantire alla «poveretta» separata il famigerato «vecchio tenore di vita goduto nel corso del matrimonio»; «tenore» che - pur se «afono» - rappresenta sempre una bella mazzata al portafoglio.

Ma dopo la sentenza «anti-furbette dell'assegnetto», le divorziate più esose avranno meno canches di batter Cassa(zione). Nel day after che la Suprema ha illuminato col nuovo concetto di «parametro di spettanza» le donne (tutte potenziali separande o divorziande) stentano ad abituarsi ai nuovi valori (economici e non) dell'«indipendenza» e dell'«autosufficienza».

Fatto sta che ieri le metà «deboli» si sono unite, scendendo in campo con parole «molto preoccupate», di cui si è fatto portavoce il Forum delle associazioni familiari italiane: «Dopo questa sentenza c'è il rischio che molte mogli accetteranno soprusi pur di rimanere sposate». Vincenzo Bassi, responsabile giuridico del Forum, prospetta uno scenario tutt'altro che rosa: «Nel caso di famiglie della media e piccola borghesia, il coniuge debole, ad esempio una moglie che ha dedicato la vita alla famiglia, rischia di trovarsi in una situazione di povertà». «La situazione è gravissima - spiega l'esperto all'Adnkronos -: se il marito decide di divorziare l'assegno non sarà parametrato a quello che la moglie ha contribuito a realizzare ma solo alle necessità di autosufficienza e sopravvivenza, che può essere pari a una pensione sociale». E poi: «Il caso preso in esame dalla Cassazione riguarda un ex ministro e un imprenditrice ma se la situazione viene rapportata a una famiglia di media o piccola borghesia, dove uno stipendio può essere intorno ai 4 5mila euro, la moglie può essere liquidata con 5-600 euro al mese, quindi in una situazione di vera povertà». Catastrofica la conclusione dell'avvocato Bassi: «Il matrimonio perde il suo significato di impegno reciproco e il divorzio, che avrebbe dovuto rendere le donne libere, le renderà invece schiave».

Uomo «schiavista» avvisato, mezzo salvato..

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