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Il monito del Papa all'islam: "Smascherate i violenti"

Incontro con il presidente Al-Sisi e l'abbraccio al grande imam di Al-Azhar: "Costruttori di civiltà"

Il monito del Papa all'islam: "Smascherate i violenti"

La prima volta di un Papa ad Al-Azhar, l'Università sede dell'Islam sunnita del Cairo; l'abbraccio al grande imam Ahmad al-Tayyb; la visita alla chiesa copta in Egitto, duramente colpita tre settimane fa da un duplice attentato, l'incontro con il presidente Al-Sisi: si snoda lungo queste direttrici la prima giornata di Francesco nel paese a maggioranza musulmana, dove il Pontefice si è voluto recare come «pellegrino di pace». «Un viaggio di unità e fratellanza», ha subito detto ai giornalisti sul volo papale. «Sono due giorni ha aggiunto ma molto intensi».

La condanna a «ogni violenza o vendetta in nome di Dio», l'appello ai leader religiosi a «smascherare la violenza che si traveste di presunta sacralità», l'attacco ai populismi che «non aiutano a consolidare la pace e la stabilità». È un discorso duro, quello di Francesco, alla Conferenza internazionale di pace ad Al-Azhar. «Al Salamò Alaikum» («La pace sia con voi»), ha esordito Francesco, parlando in arabo. «Siamo chiamati a camminare insieme, nella convinzione che l'avvenire di tutti dipende anche dall'incontro tra le religioni e le culture», dice. «La violenza è la negazione di ogni autentica religiosità, nessuna violenza può essere perpetrata in nome di Dio, profanerebbe il suo nome», aggiunge Bergoglio. Per questo, «siamo tenuti a denunciare le violazioni contro la dignità umana, a portare alla luce i tentativi di giustificare ogni forma di odio in nome della religione e a condannarli come falsificazione idolatrica di Dio». «Nessun incitamento violento garantirà la pace, ed ogni azione unilaterale che non avvii processi costruttivi e condivisi è un regalo ai fautori dei radicalismi e della violenza».

Bergoglio invita a «essere costruttori di civiltà» perché «l'unica alternativa alla civiltà dell'incontro è l'inciviltà dello scontro» e «per contrastare la barbarie di chi soffia sull'odio e incita alla violenza, occorre accompagnare e far maturare generazioni che rispondano alla logica incendiaria del male con la paziente crescita del bene». «Oggi c'è bisogno di costruttori di pace conclude il Papa argentino - non di provocatori di conflitti; di pompieri e non di incendiari; di predicatori di riconciliazione e non di banditori di distruzione».

La prima tappa della giornata è la visita al palazzo presidenziale e l'incontro con Al-Sisi, completo scuro e occhiali da sole. Il Papa ha viaggiato, come già annunciato, a bordo di una berlina familiare non blindata. Sicurezza ai massimi livelli per le strade del Cairo. Con Al-Sisi, secondo il quotidiano egiziano Ahram, il Pontefice avrebbe affrontato la questione dell'assassinio di Giulio Regeni.

Poi, per la prima volta nella storia, un Papa ha messo piede nella sede della più alta istituzione teologica dell'Islam sunnita al mondo, la più antica Università islamica. Il grande imam era stato ricevuto in Vaticano l'anno scorso, riaprendo così i rapporti con la Santa Sede che erano stati congelati durante il pontificato di Benedetto XVI. Ultimo incontro della giornata quello con le autorità del Paese. «Di fronte a uno scenario mondiale delicato e complesso sottolinea il Papa - occorre affermare che non si può costruire la civiltà senza ripudiare ogni ideologia del male, della violenza e ogni interpretazione estremista che pretende di annullare l'altro e di annientare le diversità manipolando e oltraggiando il Sacro Nome di Dio».

Francesco resterà nel Paese arabo anche oggi: questa mattina la messa nello stadio dell'aeronautica militare, poi il pranzo con i 15 vescovi egiziani e infine l'incontro di preghiera con i sacerdoti e i seminaristi.

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