Politica

Letta e Monti a gamba tesa contro gli attacchi all'Europa

Il Professore si schiera con l'Ue nella diatriba tra Bruxelles e Roma: "Non combinare soldi e migranti. La flessibilità? Un falso obiettivo". E Letta rincara la dose: "Saremo una seconda Grecia"

Letta e Monti a gamba tesa contro gli attacchi all'Europa

Riecco Mario Monti. Il Professore, impostoci dall'Europa nel 2011 come premier, si infila a gamba tesa nella diatriba tra Matteo Renzi e l'Unione Europea, schierandosi apertamente con Bruxelles. E a lui fa eco pure Enrico Letta che avverte il premier sui rischi che corre a portare avanti lo scontro con l'Ue

"L'Italia corre il rischio di trascurare che ci sono dei dati e dei pregiudizi: nostri verso i Paesi del Nord e loro verso di noi. Stiamo attenti a quello che potrebbe succedere combinando due cose apparentemente disgiunte: la questione monetaria e la questione dell'immigrazione", ha detto ieri Monti nelle commissioni Esteri e Politiche Ue del Senato in qualità di presidente del Gruppo di alto livello dell'Ue.

Monti se la prende in particolare con gli euroscettici. E per convincere a desistere negli attacchi sventola lo spauracchio Grecia e l'eventualità di un'uscita di Atene dall'Eurozona: "Supponiamo che questo si verifichi e intanto continuino le ondate di migrazioni, come continueranno. Chi ci dice che non prevalga la visione di considerare il fianco Sud dell'Europa (di cui noi facciamo parte) da parte dei Paesi del Nord come una cosa che non fa veramente parte dell'Europa come loro la intendono ma in qualche modo utile da tenere nel gioco non come appartenente a pieno titolo alla Ue, ma come utile bastione protettivo verso orde di migranti. Ogni volta che parliamo consapevolmente dell'uscita dall'euro ci puo' essere il rischio che con le nostre mani o con i nostri toni favoriamo la spaccatura tra Nord e Sud".

Poi la stoccata a Renzi: "La battaglia per la flessibilità è un falso obiettivo e c’è il grandissimo rischio di fare della flessibilità una bandiera", ha detto poi il Professore, "Se l’Italia vincerà la sfida con l’Ue, non pagherà meno contributi all’Unione e non otterrà di più, ma avrà un bollo che autorizza il governo a fare un po' più di debito, ad avere cioè un maggiore disavanzo, e quindi lo autorizza a mettere un po' di più a carico delle generazioni future sulle spese che fa oggi. C’è poco, credo, da essere di per sé contenti".

Oggi poi ci pensa Enrico Letta a mettere in guardia Renzi: "All’Italia serve stare in Europa anzitutto perché la geografia e la storia ci hanno immerso in un mare instabile", dice l'ex premier a La Stampa, "All’Italia serve un’Europa capace di gestire sicurezza e migrazioni, perché soluzioni nazionali non esistono. Non dobbiamo assolutamente staccarci, isolarci". E anche lui fa riferimento ad Atene: "Questo tipo di politica italiana verso l’Europa, molto aggressiva e incattivita, finisce per isolarci e rischia di farci diventare una seconda Grecia, piuttosto che il centro dell’Europa. Ma il nostro destino è sempre stato e deve restare lo stesso: Francia e Germania.

Sì, devo esprimere una preoccupazione: ci stiamo isolando in modo preoccupante".

Commenti